Malati psichiatrici, l'ass. Gallo sulla storia di Antonio: 'Reggio ha fondi cospicui per la non autosufficienza'

Molti sono i disabili mentali abbandonati dalle istituzioni. Pochissime le strutture esistenti e pochi gli aiuti. Il commento di Gallo

Sono tantissime le famiglie a Reggio Calabria e non solo che hanno al proprio interno soggetti con disturbi psichici e che non trovano sostegno e assistenza da parte delle istituzioni.

Malati psichiatrici in perenne difficoltà assistenziale. Come Antonio, il giovane reggino costretto a vivere in condizioni di abbandono perché la sua famiglia è emarginata e non esistono per lui centri diurni residenziali di assistenza nella provincia.

Sulla grave vicenda di Antonio, denunciata attraverso la pubblicazione della lettera scritta dal presidente Gaetano Nucera della Cooperativa sociale ‘Libero Nocera’ e pubblicata sulla nostra testata qualche settimana fa, è intervenuto l’assessore regionale al Welfare e alle politiche sociali e per la famiglia, Gianluca Gallo:

“La Calabria è una terra di grossi bisogni sui quali è necessario intervenire. E’ necessario comprendere caso per caso e quali sono i disturbi di Antonio – commenta Gallo – E’ necessario capire se si tratta di interventi socio assistenziale o socio sanitari. Nel caso di interventi socio assistenziali sono state devolute le competenze dalla Regione ai Comuni e il Comune di Reggio Calabria ha fondi cospicui come tutti gli ambiti per la non autosufficienza e per casi di questo tipo. Sarebbe necessario che i Comuni capi ambito programmassero interventi adeguati non solo attraverso le strutture ma anche attraverso i servizi territoriali. Per il caso di Antonio bisognerebbe capire qual è il problema specifico e sono disponibile a dare le giuste indicazioni alle famiglie”.

Antonio ha si una famiglia alle spalle che però non è in grado di assisterlo ed occuparsi di lui. E sull’ultimo regolamento sui servizi sociali in Calabria l’assessore regionale Gianluca Gallo ha le idee chiare:

“La mia posizione è abbastanza nota sul regolamento sui servizi sociali – conclude Gallo – Il regolamento andrebbe sicuramente rivisto perchè il sistema rischia di implodere nel passaggio dalla Regione ai Comuni capi ambito che spesso ancora oggi non hanno nemmeno convenzionato le strutture esistenti. Andrebbero diminuite le rette e adeguate le professionalità delle strutture così come andrebbero riviste le contribuzioni alle famiglie e ai Comuni che altrimenti rischiano di non ricoverare più nessuno e dunque va rivista la filosofia dell’intero impianto. Non so se ci sono le condizioni per intervenire sul regolamento fino ad ottobre vista la precarietà generale che stiamo vivendo”.