Autonomia differenziata, ok dal Consiglio dei Ministri

Il provvedimento è terreno di scontro, le regioni del Sud attaccano: 'Così il divario si allargherà ancora di più'

Approvato in Consiglio dei ministri il ddl sull’Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. L’approvazione, a quanto si apprende, è avvenuta fra gli applausi. Sul testo, cui sono state apportate alcune modifiche rispetto alla bozza diramata lunedì sera ai Ministeri.

Il Consiglio dei ministri era convocato per l’esame preliminare del disegno di legge sull’Autonomia differenziata, presentato dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli.

All’ordine del giorno anche il regolamento in materia di donazione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, formazione e ricerca scientifica, oltre al disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo con il Gabinetto dei ministri dell’Ucraina sulla cooperazione di polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021.

“Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei Ministri, altra promessa mantenuta”.

È il testo del messaggio che il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini ha inviato nelle chat dei parlamentari e dei consiglieri regionali della Lega, subito dopo l’approvazione del ddl sull’Autonomia.

Si dividono invece i governatori delle Regioni. Da una parte chi, come Bonaccini ed Emiliano, criticano aspramente il disegno di legge; dall’altra altri presidenti, come Fontana e Zaia, che sostengono l’iniziativa del ministro Calderoli.

IL PROVVEDIMENTO

Il disegno di legge definito dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli è terreno di scontro fra maggioranza e opposizione. E nel centrodestra è soprattutto la Lega che si preparava a festeggiare l’approvazione del testo in Consiglio dei ministri, a venti giorni dalle Regionali in Lazio e Lombardia, una delle tre regioni che hanno già avviato il percorso per ottenere funzioni finora svolte dallo Stato.

Secondo il ddl di 10 articoli, l’attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere.

Secondo la bozza di Calderoli si sarebbero dovute esprimere le commissioni, ma fra i “ritocchi” decisi nella riunione tecnica in preparazione del Consiglio dei ministri – pare anche su input di Giorgia Meloni – si dovrebbe optare per un atto di indirizzo votato in Aula.

LE INTESE

Le intese durano fino a 10 anni: possono essere rinnovate o terminate prima, con un preavviso (di Stato o Regione) portato da 6 a 12 mesi, per evitare disallineamenti con l’anno scolastico, in riferimento alle materie relative all’istruzione. Sono previste poi misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno. È il rischio che vuole evitare la premier. “Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B”, ha detto nei giorni scorsi Giorgia Meloni.

L’autonomia “migliorerà” il Paese e “conviene a tutti, i comuni del centro e del sud ci guadagnerebbero di più”, assicura Matteo Salvini. “Le Regioni avranno più risorse e più poteri con l’autonomia, per gestire i servizi essenziali per i cittadini, a partire naturalmente dalla sanità – è il commento di Silvio Berlusconi -. Ogni anno 200mila cittadini raggiungono la Lombardia da altre Regioni per interventi chirurgici. Quindi, dobbiamo garantire a tutti una sanità di assoluta qualità”.

fonte: ansa.it