Ballottaggio Reggio, Minicuci sente la spinta dell’elettorato della Marcianò: ‘Non voterà il male assoluto’

Il candidato del centrodestra rispolvera l’affaire Miramare e attacca Falcomatà: “Se eletto, l’amministrazione sarà sospesa per almeno 18 mesi”

“I cittadini possono stare sereni, Minicuci è una persona seria e quando dà una parola la mantiene. Ritengo che i dieci punti inseriti nel Patto con i cittadini siano realizzabili e ci metterò sangue lavoro e fatica per raggiungere questi risultati. Se non ci riuscirò ho detto che mi dimetterò da sindaco, non che me ne andrò a casa, perché sono venuto qui per restarci”.

Antonino Minicuci si gioca la carta della credibilità personale in questo sprint finale che domenica vedrà la città impegnata nel voto del ballottaggio per scegliere il nuovo sindaco della città. Dall’altra parte della barricata ci sarà l’uscente Giuseppe Falcomatà, che chiede alla cittadinanza di concedergli il secondo tempo per portare a termine il lavoro iniziato. Ma Minicuci non arretra di un millimetro, lo boccia sonoramente e rifacendosi alle classifiche di vivibilità dei maggiori quotidiani nazionali, lo considera, usando una metafora calcistica, già retrocesso.

Il punto di partenza, in ottica ballottaggio, sono le percentuali registrate nel primo turno di votazione. Ai microfoni di CityNow, nel corso del “confronto a distanza” tra i due pretendenti, condotto dal direttore Vincenzo Comi, Minicuci sceglie di collegarsi dal Lungomare. Precisamente nel tratto di strada che comprende l’albergo Miramare e il Tapis roulant. Un messaggio chiaro, quello del candidato del centrodestra, che fa delle due strutture un simbolo dell’incompiutezza del sindaco uscente.

“Considero il 33,69% ottenuto al primo turno un buon risultato considerato che sono partito molto in ritardo rispetto a tutti gli altri candidati. Ho dovuto recuperare una situazione delicata nell’ambito del centrodestra e ho detto che avrei riunito tutte le forze della coalizione. Sono riuscito ad avere dieci liste molto competitive, e non farlocche, ed ho avuto poco tempo per essere sul tutto il territorio. Ho fatto questo lavoro immane ma sono contento perché ho trovato delle persone vere che mi hanno fatto capire le vere necessità del territorio. E con loro voglio fare un patto perché non si può lasciare la città in queste condizioni”.

Guardando alle stratosferiche percentuali delle regionali per il centrodestra, Minicuci minimizza la perdita di consenso della coalizione, trincerandosi nella diversa natura delle elezioni.

Ma il ballottaggio è una partita nuova di zecca. Si parte da zero a zero, con la possibilità di affinare le proprie strategie ed allargare l’orizzonte delle alleanze. Minicuci subito dopo il voto, a caldo, commentò di non amare particolarmente gli apparentamenti e che non avrebbe corteggiato nessuno. Poi però è ritornato sui suoi passi, lanciando messaggi di ammirazione ad Angela Marcianò, uscita dalle urne con quasi il 14% delle preferenze. Oggi Minicuci spiega cosa è successo:

“Ho detto subito che non avrei fatto l’apparentamento politico. Io mi rivolgo all’elettorato della Marcianò, e alla stessa dottoressa Marcianò che, ritengo, abbia una posizione molto simile alla mia: quella di mandare a casa Falcomatà che ha distrutto la città. Le parole che lei ha detto sono inequivocabili, e cioè che Falcomatà non lo può vedere”.

Ripercorrendo poi le parole espresse dalla giuslavorista candidata a sindaco Minicuci è ancora più netto:

“L’alleanza è una cosa, altra cosa è aver detto che Falcomatà è il male assoluto. Lei non si allea, non si apparenta, ma c’è una chiara indicazione di voto, perché i suoi elettori non andranno certo a votare il male assoluto, è una cosa logica”.

Sfruttando la location scelta per il collegamento, Minicuci ha quindi ricordato l’affaire Miramare e che proprio Angela Marcianò con la sua denuncia non solo si è fatta processare, ma anche condannare, passando poi al contrattacco:

“I cittadini dovrebbero sapere che se la Marcianò è stata condannata pur avendo denunciato, il sindaco e gli altri componenti della giunta saranno condannati con una pena molto maggiore e quindi l’amministrazione subirà quantomeno una sospensione di diciotto mesi. Dico a tutti: ma dove volete andare. Qui non c’è stata legalità”.

Minicuci tira dentro anche la posizione critica sulla questione Bilancio di Saverio Pazzano che pure ha annunciato, al termine dell’assemblea della coalizione che lo ha sostenuto, di aver dato indicazione di votare per Falcomatà.