Basso Profilo, candidature a tavolino tra pranzi romani e colazioni reggine. Così si veicolano i voti di Archi

Secondo Porcino, Cannizzaro stava facendo campagna elettorale, senza permesso', attingendo al pacchetto di voti di Caridi

Candidature a tavolino, voti che passano di mano in mano, accordi per assunzioni e appalti pubblici da veicolare: dalle carte dell’indagine “Basso Profilo” viene fuori un desolante compendio della perfetta infiltrazione mafioso-affaristica nella Calabria dei nostri tempi. Una scalata, sospettano gli investigatori della distrettuale antimafia di Catanzaro, nata nella segreteria di un consigliere del capoluogo, maturata tra pranzi romani e colazioni reggine, e alla fine rimbalzata fino al collegio della città dello Stretto dove, raccontano gli atti, gli elettori, totalmente incuranti del candidato che viene presentato, sembrano rispondere come tanti burattini ai giochi elettorali dei grandi veicolatori di preferenze.

NASCITA DI UNA CANDIDATURA

Nel luglio del 2017 – manca meno di un anno alle elezioni politiche per il rinnovo delle Camere – il futuro candidato al collegio reggino Francesco Talarico si incontra con il consigliere comunale di Catanzaro, Brutto: è in quella occasione che viene fuori il nome dell’imprenditore Antonio Gallo che potrebbe essere la giusta entratura per trovare i voti reggini al candidato di Lamezia catapultato sullo Stretto. Gallo infatti può vantare un doppio binario su cui agire contemporaneamente: da una parte, una serie di contatti importanti con imprenditori legati alle cosche di Archi (Natale Errigo, Francesco Votano, Antonio Pirrello) dall’altra i contatti mai interrotti con l’entourage di Antonino Caridi, ex astro nascente della politica reggina, finito agli arresti con pesantissime accuse di mafia sulle spalle.

GRIMALDELLO PER ARCHI

«Che voti ho? Tutta la mia famiglia Antonio.. gli amici stretti… ad Archi. Io posso garantirti… e ti dico pure le sezioni… ad Archi… dove io non parlo ne di 100 né di 500».

Ha le idee chiare Natale Errigo – l’imprenditore reggino considerato dagli inquirenti come legato alle famiglie dei De Stefano Tegano – mentre parla con Gallo rispetto all’intenzione di veicolare i voti di cui dispone sul candidato Udc.

«Ma quando mi viene nella testa, chiamo a questo e mi presento, mi ha dato il numero Franco Talarico, quando mi gira, quando mi pare a me, nel frattempo prendo l’impegno personale di appoggiare tutto quello che gira su Franco Talarico. Come non ci fa quello che ci deve fare, io vengo d te».

IL FATTORE CARIDI

I contatti con le cosche di Archi però non rappresentano l’unico grimaldello con cui scassinare la cassaforte di voti reggini (che più che al personale sentimento politico sembrano rispondere a oscuri ordini di altrettanto oscuri faccendieri). Nell’arco dell’imprenditore Gallo, c’è infatti anche la freccia che riconduce ad Antonino Caridi e al suo, pesantissimo in città, pacchetto di voti.

“siamo completamente… noi siamo, noi siamo il gruppo… diciamo, che seguiva Antonio (CARIDI ndr) dappertutto, andavamo… cioè per dirne una… andammo anche al compleanno di BERLUSCONI eh” racconta ancora Errigo per sottolineare la capacità di movimentare pacchetti di voti in città.

E il legame con l’ex Senatore arrestato con ipotesi di mafia, salta fuori da un successivo incontro tra Gallo e uno dei grandi elettori di Caridi, Bruno Porcino. I due si incontrano a Reggio Calabria quando la candidatura di Talarico è ormai sulla rampa di lancio ed è il medico reggino a chiarire di non avere, almeno fino ad allora, nessun “impegno” per elezioni e di essere pronto a difendere il suo pacchetto di voti dagli “assalti” di altri candidati.

«PORCINO – scrivono i magistrati commentando l’incontro che chiarisce ancora una volta come i voti reggini sembrino appartenere ai grandi elettori che ne dispongono a loro piacimento – chiedeva solo di non votare CANNIZZARO Francesco, in quanto si stava facendo campagna elettorale attingendo al pacchetto di voti dei fedelissimi di Antonio CARIDI senza chiedere il permesso a Bruno PORCINO. A quel punto GALLO esternava la sua preferenza facendo il nome di Franco TALARICO, soggetto visto di buon grado da Bruno PORCINO».