Calabria, 493 lavoratori dell'assistenza clienti TIM a rischio per stop a contratto

Sindacati sul piede di guerra. "È così che si aiuta la Calabria e si contrasta il crimine organizzato?" il commento di Klaus Davi

Sul piede di guerra Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil che hanno proclamato lo stato di agitazione e chiesto un incontro urgente al ministero del Lavoro e al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Benzina sul fuoco delle relazioni industriali tra Tim e sindacati. Con la cessazione del contratto commerciale tra l’ex monopolista e Abramo Customer Care, dal 1° gennaio 2024 saranno collocati in cassa integrazione a zero ore 493 addetti all’assistenza clienti Tim per le attività di Consumer (119, 187, digital care). Un impatto monstre se si considera che Abramo CC conta in tutto 1.070 lavoratori, sparsi tra le province di Crotone, Catanzaro, Cosenza e Palermo. Di questi siti potrebbe rimanere aperto solo il primo, a rischio chiusura tutti gli altri”.

Prosegue il comunicato delle sigle sindacali:

“Tre gli aspetti dell’operazione che i sindacati giudicano “inaccettabili”: “1) che a eludere la clausola sociale regolamentata dal Ccnl delle Telecomunicazioni sia la più grande azienda del settore; 2) che si decida di cessare un contratto commerciale a un’azienda, quale Abramo, sotto procedura fallimentare, dandole quindi il colpo di grazia; 3) che a farlo sia “una committenza (Tim, ndr) che conta tra i propri azionisti anche Cassa Depositi e Prestiti – sottolinea la nota unitaria – su cui saranno valutati eventuali profili di illegittimi”.

Sulla vicenda si è espresso anche il giornalista e massmediologo Klaus Davi, che ha dichiarato:

“500 persone a casa perché l’azienda miliardaria Tim ha tagliato gli appalti alla Abramo Customer Care. È così che si aiuta la Calabria? È così che si contrasta il crimine organizzato? Io dico di no, no e ancora una volta no. Per questo dichiaro la mia disponibilità a sostenere le forze sindacali, i lavoratori e le famiglie contro questa decisione folle, assurda, irricevibile, presa dalla holding. Si tratta dell’ennesimo colpo alla regione più povera d’Europa. Il 2024 è un anno positivo per la Calabria: il Ponte sullo Stretto sta per diventare realtà e arriveranno i soldi del PNRR. Molte cose sono state fatte dal governo centrale e il presidente di regione Roberto Occhiuto è sul pezzo. Ma questa decisione va contrastata con tutti i mezzi legali e democratici consentiti”.