Calabria, 40mln per i beni confiscati. Pietropaolo: ‘Li restituiamo a comunità e cittadini’
Su un totale di 3137 bene confiscati oltre 2000 si trovano in provincia di Reggio. A Pellaro una struttura antiviolenza
27 Agosto 2025 - 14:16 | Comunicato Stampa

Restituire ai territori i beni confiscati alle mafie è uno strumento di grande valore rieducativo. Non solo perché questi immobili possono diventare opportunità occupazionali, generando lavoro utile e servizi per la collettività, ma anche perché possono trasformarsi in luoghi di partecipazione civile, inclusione sociale, accoglienza e costruzione di comunità solidali.
Oltre 40 milioni di euro investiti
Con questa visione concreta e pedagogica della legalità, la Calabria – attraverso l’assessorato regionale all’Organizzazione, Risorse Umane e Transizione digitale, sicurezza e legalità e valorizzazione ai fini sociali dei beni confiscati, guidato da Filippo Pietropaolo – ha registrato numeri importanti negli ultimi anni.
Sono state stanziate risorse pari a:
- 32 milioni di euro dal POR,
- 12 milioni di euro dai Fondi di sviluppo e coesione.
Un totale di oltre 40 milioni di euro per supportare i comuni nella riqualificazione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata, destinandoli a finalità sociali.
Strategia regionale per la valorizzazione
L’amministrazione regionale ha definito la “Strategia Regionale per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso le politiche di coesione”, con l’obiettivo di:
- favorire il riutilizzo sociale e istituzionale dei beni confiscati dall’Agenzia Nazionale;
- rendere sistematico e strutturato il percorso di recupero sul territorio;
- garantire la gestione duratura e sostenibile dei beni.
I numeri in Calabria
Attualmente in Calabria risultano 3.137 beni confiscati, così distribuiti:
- 254 in provincia di Cosenza;
- 105 in provincia di Crotone;
- 206 in provincia di Vibo Valentia;
- 372 in provincia di Catanzaro;
- 2.200 in provincia di Reggio Calabria.
Sono già state avviate numerose progettualità:
- in 30 comuni è previsto il risanamento, la rifunzionalizzazione e la gestione dei beni;
- in 12 comuni sono stati attivati progetti legati alla videosorveglianza e alla sicurezza del territorio.
Dalle case antiviolenza ai centri sociali
Le destinazioni d’uso dei beni confiscati sono molteplici e concrete:
- Pellaro (RC): realizzazione di una struttura antiviolenza;
- San Calogero (VV): creazione di un parco urbano e micro aree di verde produttivo;
- Sellia Marina (CZ): centro di accoglienza e aggregazione per disabili;
- Melissa (KR): sistemazione dell’area camper sull’area dove sorgeva l’ecomostro di Palazzo Mangeruca, poi demolito.