Servizi psichiatrici, da Longo l’ok all’accreditamento delle strutture. Ma resta un nodo da sciogliere

Iter al via grazie al Dca dello scorso 18 maggio, che demanda all’Asp la continuità delle cure. Lavoratori in attesa di cinque mensilità

Coolap Protesta Asp Reggio Calabria

Boccata d’ossigeno per i lavoratori e le strutture psichiatriche che operano sul territorio metropolitano. Una boccata d’ossigeno che però lascia ancora l’amaro in bocca agli operatori del settore. Perché se da una parte il Commissario ad acta, Guido Longo, con il Decreto del 18 maggio 2021 finalmente approva la Rete territoriale, demandando all’ASP di Reggio Calabria l’onere di porre in essere ogni azione utile a garantire la continuità delle cure per i pazienti psichiatrici allo stato non dimissibili e/o altrimenti assistibili; dall’altra non chiarisce alcunché circa il pagamento delle spettanze per il gli operatori del settore.

O meglio, in assenza di chiarimento, ‘costringe’ l’Asp a procedere ai pagamenti solo a partire dal 18 maggio, data di emissione del Dca a firma di Longo, e dei sub commissari Michele Ametta e Angelo Pellicanò.

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Avviato l’iter per l’accreditamento

A seguito dell’approvazione della nuova rete regionale di assistenza territoriale le Aziende Sanitarie Provinciali, hanno dovuto procedere alla redazione dei nuovi Piani aziendali inerenti il fabbisogno di prestazioni territoriali, per la successiva approvazione da adottarsi con apposito provvedimento commissariale.

L’Asp di Reggio aveva provveduto (del. n°334/2020) a presentare un Piano attuativo del fabbisogno assistenziale a firma della Commissione straordinaria, alla quale, dopo l’avvio dell’istruttoria era stata richiesta una revisione, in quanto non coerente con il documento di Rete regionale. Il riscontro positivo è arrivato a dicembre del 2020, solo dopo la riformulazione di una proposta di riorganizzazione delle Strutture Psichiatriche Residenziali Riabilitative e per l’area delle dipendenze patologiche, definita dalla Direzione Sanitaria dell’ASP di Reggio Calabria.

La Commissione straordinaria a gennaio scorso aveva provato a ripresentare un nuovo Piano attuativo “ancora comprendente alcune criticità”, soprattutto riguardo la specifica tipologia assistenziale della Salute mentale, che non hanno consentito la formale approvazione.

Si è dovuto aspettare la deliberazione del neo Commissario dell’Asp, Gianluigi Scaffidi, del 15 aprile scorso, per vedere rettificate e integrate le precedenti deliberazioni che erano state respinte.

Con il Dca del 18 maggio, in sostanza, si approva il Piano attuativo dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, e solo ora il Dipartimento Tutela della Salute avvierà le procedure istruttorie finalizzate a perseguire l’iter di autorizzazione/accreditamento delle strutture psichiatriche che hanno fatto istanza.

Il nodo stipendi

Resta da sciogliere forse il nodo più importante, e cioè il pagamento delle spettanze ai lavoratori, che ad oggi ammontano a cinque mensilità. D’altra parte si parla di problema che tocca da vicino circa 150 operatori di nove strutture psichiatriche del territorio metropolitano per un bacino d’utenza di 180 pazienti. Si tratta di soggetti fragili ai quali gli operatori, sia pur tra mille difficoltà, stanno garantendo cure e assistenza adeguate.

Solo qualche giorno fa i rappresentanti del Colap (Coordinamento lavoratori psichiatria) che stanno seguendo da vicino, e da tempo immemore, la vicenda avevano chiarito verso quale direzione si andrà se il nodo delle spettanze non verrà risolto, osservando che“molti sacrifici sono stati fatti per tenere aperte le strutture e perché vogliamo confidare nel commissario Scaffidi che si è dimostrato persona di grande disponibilità.

Lo stesso sa benissimo che non ci può essere continuità di cura per i pazienti senza il pagamento del regresso dovuto che serve, appunto, a tenere aperti i servizi che si occupano di ciò e a dare anche sostegno economico a tante famiglie di operatori monoreddito e senza retribuzione da troppo tempo”.

Il punto è che anche il Commissario Scaffidi ha le mani legate. Fonti accreditate riferiscono che lo stesso Scaffidi, oltre ad aver comunicato il paradosso al Commissario ad acta Longo, si sia recato già in Prefettura per far presente la questione visto che alla luce del Dca licenziato il 18 maggio non si possono autorizzare pagamenti pregressi – e quindi relativi alle 5 mensilità spettanti ai lavoratori – ma solo a partire dalla pubblicazione del decreto.

Un paradosso bello e buono che vede sostanzialmente demandato all’Asp il compito di garantire il servizio senza però prevedere la copertura degli stipendi mancanti. Fatto che mette in difficoltà gli operatori ma soprattutto le aziende che rischiano la chiusura proprio nel momento in cui si è dato avvio al tanto agognato accreditamento.

Una questione – definita gravissima, dagli addetti ai lavori – che a quanto pare può risolvere soltanto l’ufficio del Commissario ad acta.