Verso le regionali, Magorno a Live Break: ‘Costruire una forte coalizione di centro, moderata e riformista’

Il senatore di Italia viva e sindaco di Diamante spiega i motivi della sua candidatura. Su Irto: ‘Condivido ogni singola parola’

“Io credo che la Calabria non abbia bisogno di un Governatore ma di un sindaco per essere governata. Lo sto dicendo da molti mesi, perché occorre l’esperienza dei sindaci che vogliono bene alle loro città, ai loro territori, e li sentono propri. Non mi pare che in questi anni la Calabria abbia avuto una classe dirigente che ha governato la Regione, che ha avuto quell’amore, quella dedizione e quel servizio che mettono in campo i sindaci per i loro territori”.

Ernesto Magorno, senatore di Italia viva e sindaco di Diamante, punta tutto sulla competenza e sull’esperienza degli amministratori locali in quella che è una campagna elettorale appena iniziata, almeno per lui. Proprio sabato scorso è infatti arrivato l’annuncio della candidatura alla presidenza della Regione Calabria con il partito di Matteo Renzi con uno slogan ben preciso e mirato: Alla Calabria serve un sindaco.

Concetto ribadito e sottolineato anche nel corso della diretta del lunedì di Live Break incentrata sulla competizione elettorale fissata per il prossimo autunno.

Calabria non per tutti… i sindaci

Se vogliamo dirla tutta Magorno ha detto, letteralmente, “Serve un sindaco della Calabria”, e in tanti si sono chiesti se questa affermazione ha un riferimento recondito anche a Luigi de Magistris, che sindaco lo è, ma di Napoli. Magorno lo spiega chiaramente:

“Noi in Calabria abbiamo tanti sindaci e tanti piccoli comuni che sono un esempio da poter proporre all’intera regione. Mi pare che le energie le abbiamo già nella nostra terra e non abbiamo bisogno di imboccare modelli che poi modelli non sono da nessuna parte del resto del Paese. Ci sono paesi virtuosi, sindaci in gamba, modelli da poter proporre. Non mi pare insomma che la Calabria abbia bisogno di essere colonizzata né da sud né da nord. Con tutto il rispetto per il sindaco de Magistris che è una straordinaria energia della politica italiana, non mi pare che ci sia bisogno di importare un’esperienza da fuori regione. Non abbiamo bisogno di avere lezioni da parte di nessuno”.

Irto e il Pd

La giornata è stata dominata dall’intervista rilasciata da Nicola Irto a L’Espresso, attraverso la quale lo stesso annuncia il suo disimpegno nella corsa alla presidenza della Regione, motivandola in maniera circostanziata. Magorno, che Irto lo ha avuto come vice nella parentesi della segreteria regionale del Pd, si dice completamente d’accordo con lui:

“Nicola ha fatto una intervista straordinaria, mettendo in campo una problematica interna al Partito democratico che ha un valore importante nell’analisi della sua scelta di ritirarsi dalla corsa alla presidenza della Regione. È molto chiaro quello che dice e condivido alcune sue considerazioni, sulla sanità piuttosto che sull’attenzione del governo verso la nostra Regione”.

Ma quella di Irto, per Magorno, è un’analisi molto attenta che lo ha condotto evidentemente anche poi nella scelta delle alleanze che il Partito democratico ha messo in campo in questi mesi, perché – sostiene il sindaco di Diamante – nel privilegiare, da una parte, il rapporto coi cinque stelle e dall’altro nel rincorrere de Magistris, il Pd ha commesso errori strategici importanti. Così Magorno rivede della analogie con la sua esperienza:

“Sono completamente d’accordo con Irto. In questi mesi, anche io sono stato in solitudine a fare una battaglia per la nostra regione. Talmente in solitudine che sono stato l’unico ad aver votato contro il decreto sanità e l’unico, all’interno del governo, a non aver votato il Pnrr in Senato. Per questo sottoscrivo ogni parola detta da Nicola, perché ho già vissuto questa condizione in Parlamento”.

Quale coalizione e quale progetto

Partendo dalla considerazione che le Primarie, lanciate dalla pentastellata Dalila Nesci e accolte da Irto, rappresentino un problema del Partito democratico e della coalizione che ha messo in campo – “a noi non ci riguarda”, dice – Magorno vuole essere chiaro parlando di un tentativo di mettere insieme una coalizione di centro, moderata e riformista che abbia come spina dorsale i sindaci e i territori.

“Io credo che dobbiamo costruire una forte coalizione moderata, riformista, mettendoci dentro la dizione ‘riformismo calabrese’ che è l’unica tradizione politica che può dare una risposta di governo alla nostra regione per la risoluzione dei suoi problemi. Noi vogliamo mettere in campo un progetto che percorre due strade parallele ma che si incontrano: il primo è quello della legalità e il secondo è quello della valorizzazione dei talenti calabresi. La Calabria soffre un problema fondamentale, che è quello della sua immagine fuori dai confini regionali. Accanto alla battaglia per la legalità che ha messo in campo la magistratura, che noi sosteniamo, ci vuole una fortissima battaglia per valorizzare i nostri talenti, e ne abbiamo tanti. Ai cittadini le formule politiche interessano poco. Alla gente interessa che si risolvano i problemi, che non hanno colore politico”.

E a chi sostiene che la sua candidatura sia strategica e frutto di tatticismi, Magorno fa spallucce:

“A queste persone rispondo con la mia storia. Chi mi conosce sa bene che le tattiche le faccio per vincere e servire la gente nelle istituzioni”.