Città metropolitana, finita l’epoca del Reggiocentrismo. I numeri del Consiglio

Il voto della provincia si è dimostrato determinante. Ranuccio primo degli eletti. Tra le liste gongola il Centrodestra

Messe in archivio le elezioni per il rinnovo del Consiglio metropolitano, adesso per partiti e liste  è il momento dell’analisi politica. Il risultato delle urne ha premiato il centrosinistra con una maggioranza però risicata, considerato che prende 8 seggi (5 con Democratici insieme e 3 con S’Intesi), a fronte dei 5 di Centrodestra Metropolitano e dell’unico seggio ottenuto da Territorio Metropolitano. Il rapporto tra maggioranza e minoranza in seno al Consiglio si riduce di parecchio rispetto al 2016, quando il centrodestra piazzo solo due consiglieri e la sola lista Democratici insieme ne vantava ben 9. Oggi Falcomatà può contare su otto consiglieri in totale con, all’opposizione, 6 consiglieri sicuramente agguerriti.

Gli eletti: Ranuccio su tutti

Sono 14 i membri del Consiglio metropolitano che ora attendono le determinazioni del sindaco Giuseppe Falcomatà circa l’attribuzione delle deleghe.

Nel dettaglio delle cifre individuali ponderate la parte del leone l’ha fatta Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi eletto nelle fila della lista “Democratici insieme per Reggio città metropolitana” raccogliendo la “cifra” di 5940. Al secondo posto si piazza invece Giuseppe Zampogna, sindaco di Scido nella lista “Centrodestra Metropolitano” che alla fine totalizza la cifra ponderata di 5382. Un gradino più sotto si piazza invece il sindaco di Benestare Domenico Mantegna con 5195 nella stessa lista di Ranuccio.

Fuori dal podio, il quarto più votato è risultato essere Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi tra i più attivi nella formazione della lista pianigiana Territorio Metropolitano: per lui una cifra individuale di 4964.

Poi via via gli altri eletti: Domenico Romeo (sindaco di Calanna) con 4894; Giuseppe Marino (consigliere a Reggio) con 4770; Rudi Lizzi (consigliere a Gerace) con 4730; Salvatore Fuda (sindaco di Gioiosa Jonica) con 4330; Pasquale Ceratti (consigliere a Bianco) con 4271; Armando Neri (consigliere a Reggio) con 4023; Carmelo Versace (consigliere a Reggio) con 3999; Antonino Minicuci (consigliere a Reggio) con 3163; Antonino Zimbalatti (consigliere a Reggio) con 3013; a chiudere, Filippo Quartuccio (consigliere a Reggio) con 2997.

L’exploit di Centrodestra Metropolitano

Le cifre elettorali ponderate delle elezioni del Consiglio metropolitano consegnano una geografia politica molto diversa da quella venuta fuori dalle urne nel 2016. Il voto ponderato, in parole molto semplificate, dà un maggior peso a quello espresso dagli amministratori dei comuni più popolosi. Per questo il corpo elettorale va diviso in fasce a seconda del numero di abitanti: Fascia Blu fino a 3mila abitanti (52 Comuni); Fascia Arancione da 3 a 5mila (10 comuni); Fascia Grigia da 5 a 10mila (14 comuni); Fascia Rossa da 10 a 30mila (9 comuni); Fascia Viola da 100 a 250mila (1 solo comune).

Va quindi tenuto in considerazione il fatto che il numero totale di voti può non corrispondere ad una cifra elettorale ponderata elevata. D’altra parte, in fascia blu l’indice di ponderazione è pari a 23; in fascia arancione a 62; in fascia grigia a 99; in fascia rossa a 171; in fascia viola a 1060.

La lista che ha ottenuto più voti è stata “Centrodestra Metropolitano” che si presentava ai nastri di partenza compatto ma non esente da polemiche interne. Il risultato ha dato ragione alla scelta fatta in sede di compilazione del listone che alla fine ha ottenuto 365 voti per un risultato ponderato di 33187.

Dunque arriva solo seconda la lista del sindaco “Democratici insieme” che raccoglie 254 voti per una cifra ponderata di 28459. La lista S’Intesi, protagonista di una ricusazione prima e di un’ammissione dopo, si è fermata a 204 voti con un risultato ponderato di 22440. Mentre Territorio Metropolitano, con soli 9 candidati in lista ha racimolato 101 preferenze per una cifra elettorale di 9603.

La suddivisione dei voti

Entrando nel dettaglio del voto, va ricordato che contrariamente alla tornata elettorale del 2016, lo scorso 24 gennaio erano tre i seggi in cui gli amministratori potevano recarsi ad esprimere il voto.

Tenendo conto delle “fasce” in cui è stato suddivisa la provincia reggina si può analizzare anche il peso dei voti ottenuti. E se in fascia blu (fino a 3 mila abitanti) ha spopolato il centrodestra con 199 voti, in fascia arancione (fino a 5 mila) ne sono bastati 38 a S’Intesi per aggiudicarsi il primo posto. In fascia grigia (fino a 10 mila) è ancora S’Intesi a primeggiare con 62 voti, mentre in fascia rossa (fino a 30 mila) torna a farla da padrone il centrodestra con 68 preferenze. In fascia viola, cioè relativa alla sola città di Reggio, è Democratici insieme a spuntarla: la maggioranza che sostiene il sindaco Falcomatà ha dato 12 voti alla lista del sindaco e 10 alla civica S’Intesi. In questo caso il centrodestra che può contare su dieci consiglieri a Palazzo San Giorgio ne ha ottenuti solo 9, mentre Territorio Metropolitano 1, che è quello di Saverio Pazzano per il referente di DemA Conia.