Comunali Reggio, Marcianò scatenata: ‘Mai indecisa. Pronta a fare sindaco con maggioranza non mia’

La candidata a CityNow boccia Falcomatà sui rifiuti e rilancia: ‘500 giorni per valorizzare l’impianto di Sambatello’

Determinata, entusiasta, carica. Non lascia nulla al caso Angela Marcianò.

Dopo il silenzio che ha caratterizzato la fase di pre campagna elettorale, adesso l’ex assessore ai Lavori pubblici azzanna il tempo. Ha necessità di manifestare ai cittadini la sua voglia di cambiamento per la città, il suo essere realmente alternativa ai partiti tradizionali e alla logica dell’alternanza.

Sceglie di collegarsi dal palazzo di Giustizia, per partecipare alla diretta web di CityNow condotta dal direttore Vincenzo Comi. Sceglie di ripartire da un’incompiuta, e proprio da dove è finita la sua prima esperienza politica.

“Ritengo che il Palazzo di Giustizia sia l’esempio delle incompiute di questa amministrazione. Voglio partire da qui, per dire che sarà completata. Di fronte c’è anche la scuola Mazzini, una delle 11 chiuse per presunti problemi. Le incompiute devono rappresentare un punto di partenza”.

Angela Marcianò ricorda quindi il lavoro che non ha potuto completare, e la transazione (ridotta da 30 a 6 milioni) che di fatto ha ridato il là per il completamento che di fatto non è mai cominciato.

Non mostra tentennamenti di fronte alle domande incalzanti del popolo del web. E ribadisce di essere stata sempre convinta nell’intraprendere questa nuova esperienza da candidata sindaco.

“Io non sono mai stata indecisa. Il mio impegno per la città c’è sempre stato, non si è mai interrotto, è stato un pensiero costante. Ho ritenuto che il silenzio fosse la cosa migliore da fare in quei momenti, in cui ho voluto parlare con i miei sostenitori, che mi seguono dal 2015. Volevo capire quanti eravamo, quanti erano pronti a seguirmi, a stare al mio fianco. E pian piano ci siamo ritrovati”.

Da qui anche l’idea di abbandonare il percorso troppo lungo e tortuoso che avrebbe portato al Polo civico:

“Ho partecipato a diverse riunioni con persone, alcuni di loro amici, che conosco e ritengo validissime, come Lamberti Castronuovo e Giuseppe Bombino. Poi è successo che si continuava a rimandare, e che alcuni hanno deciso di temporeggiare. In quel momento con il mio gruppo abbiamo ragionato e deciso che ci saremmo stati in questa competizione anche da soli, e l’ho comunicato con un videomessaggio sulla mia pagina social il giorno del mio onomastico, il 2 agosto”.

Alcuni sostengono che la rivalità, e la voglia di riscatto, nei confronti del sindaco uscente possa incidere sul risultato finale, ma lei, lo esclude, in maniera diplomatica:

“Io non voglio parlare di rivalità. Non c’è nessuna voglia di vendetta. L’idea che muove il gruppo che è accanto a me e che crede in questa idea di città non è assolutamente quella di porsi in contrapposizione a nessuno. La prospettiva da cui partiamo è diversa, ed è quella di rappresentare un’alternativa vera, diversa, senza condizionamenti. Vorrei mutuare l’esperienza vissuta ai Lavori pubblici. Voglio essere un sindaco che parla con la gente, ma non da palazzo San Giorgio, ma per la strada, nelle periferie”.

Il raggiungimento dell’obiettivo è ancora lontano e difficile da agguantare, rispetto alle corazzate messe in campo dalle coalizioni tradizionali, ma Angela Marcianò mostra tutta la sua grinta quando a chi parla di ballottaggio risponde a muso duro:

“Io punto a vincere. Noi vogliamo vincere da soli, con tutte le persone libere. Puntiamo su chi non crede più nella politica e alle persone non condizionate e non condizionabili. E non sono poche”.

Certo, una strategia di fondo la Marcianò ce l’ha e non la tiene nascosta:

“Credo molto nel voto disgiunto. Sono le persone che mi incontrano per strada e me ne parlano. Per questo punto a superare l’astensionismo. Perché si deve andare a votare. I reggini mi dicono che ho dato una speranza alla città, forse perché sono donna, forse per il mio operato o per le battaglie importanti che ho condotto”.

Poi, incalzata dalle domande ha definito in qualche modo uno scenario, oggettivamente difficile, ma possibile, cioè quello di governare anche con una maggioranza che non vien fuori dalle sue 4 liste (Per Reggio città metropolitana; In marcia, Identità reggina e Fiamma Tricolore):

“Si, sono disposta a governare con una maggioranza non mia. E dico di più, guardo a Messina, dove insegno alla Facoltà di Giurisprudenza, e all’esempio di De Luca. Credo che se un sindaco ha ben chiaro come amministrare e l’obiettivo che si è prefissato, che è quello di riscattare la città, io sono convinta che tutti i consiglieri comunali che verranno eletti avranno l’orgoglio di seguire un sindaco che ha le idee chiare”.

Poi Angela Marcianò parla del suo programma, racchiuso in cento pagine e diviso in sei macropunti: Reggio vivibile; Reggio sostenibile; Reggio città della persona; Reggio con le sue opportunità, Reggio che riparte, e infine Reggio città sicura:

“il Programma è frutto di una sinergia straordinaria con persone competenti nei vari settori che hanno volto trasmettermi il modo di affrontare le singole problematiche”.

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Il focus è sull’emergenza rifiuti in atto:

“Credo che il tema debba riguardare tutta la materia dei rifiuti e le opportunità che offre questo macrosettore. Sono stata a Sambatello con il Comitato, e intanto ho visto qualcosa che non va: la questione ecoballe va risolta, occorre valorizzare l’impianto i cui lavori potrebbero terminare in 500 giorni. Questo consentirebbe di arrivare all’obiettivo discariche zero. La raccolta porta a porta invece, per come è stata pensata e realizzata, è assolutamente fallimentare e irrazionale. Non concepibile che al centro storico non siano previsti altri meccanismi di raccolta. Occorre differenziare da zona a zona, e ragionare per densità abitativa. Ci devono essere contenitori differenziati, per avere la possibilità di poter usufruire di altri cassonetti di conferimento in modo da poter risolvere il problema in qualsiasi momento senza essere costretti a tenere in casa i rifiuti”.

Rispetto alla polemica sorta attorno alla denuncia del sindaco Giuseppe Falcomatà di una sorta di boicottaggio da parte di alcuni operatori di Avr, Angela Marcianò si dice estranea alla teoria dei nemici di Reggio:

“Ho un rispetto sacro per tutti i lavoratori, e non mi sognerei mai di pensare a forme di boicottaggio o di altro tipo. Non ritengo che questa sia la prospettiva adeguata per evidenziare delle criticità. E non credo che puntare l’indice verso persone che hanno sempre lavorato anche senza stipendio non sia fruttuoso. Parliamo di soggetti deboli che stanno vivendo la criticità di tutti, ma anche di mandare avanti la propria famiglia”.

Sul Lido comunale, che entra di diritto tra le “incompiute”, la Marcianò gurda in prospettiva:

“Conosco i vincoli che ci sono e abbiamo già pronto un progetto per far sì che ritorni il Lido di una volta, quello con la rotonda sul mare, quando Reggio era attrattiva. Non è ammissibile che oggi sia una discarica a cielo aperto, perché è uno straordinario esempio di bellezza”.

Infine, ancora chiarimenti sull’affaire Miramare:

“E’ vero è arrivata questa sentenza di condanna ma non perché io abbia firmato la delibera, che non ho mai firmato, non perché io non mi sono opposta, esistono delle pec certificate agli atti e visibili da tutti, cosa anche ribadita dal pubblico ministero che mi ringrazia. Voglio ricordare a tutti, ma proprio a tutti, che questa vicenda del Miramare era stata archiviata, ed è stata la Marcianò a far riaprire l’indagine. La mia condanna è arrivata perché non avrei vigilato sulle malefatte di chi voleva favorire qualcuno. Tra le altre cose questa delibera non è stata approvata. Ho chiara la giurisprudenza e non credo possa influire una eventuale condanna. Ho fatto ricorso in Appello, ma la mia condotta è residuale, rispetto agli altri. Sono fermamente convinta che con l’udienza che si terrà a breve si chiuderà questa vicenda con una assoluzione, ma una assoluzione giusta. Il Pm ha sottolineato la mia condotta e non penso che nessuno possa mai immaginare di sospendere un sindaco che ha fatto della legalità un faro con fatti coerenza e con prove alla mano”.