Comunali a Reggio, Confindustria: 'Dove sono i programmi?'

"Vogliamo credere che, prima di candidarsi, abbiano pensato di redigere piani di sviluppo precisi e fondati su basi economiche scientifiche". Le parole del presidente di Confindustria

“Mentre si va componendo il quadro dei numerosi aspiranti alla carica di sindaco di Reggio Calabria, noi industriali aspettiamo con fiducia che, prima del 21 settembre prossimo, qualcuno dei candidati si ricordi anche di parlare di programmi e di sviluppo”.

Lo sostiene, non senza una vena di sarcasmo, il consiglio direttivo di Confindustria Reggio Calabria, presieduto dall’ingegnere Domenico Vecchio, che si è riunito per fare il punto sulle imminenti competizioni amministrative.

In seno all’organo di vertice dell’associazione di via del Torrione affiorano sentimenti di “delusione e a tratti di sconcerto per il livello molto modesto, sul piano dei contenuti, di questa campagna elettorale e della lunga fase
che l’ha preceduta. Il dibattito pubblico si è avvitato esclusivamente attorno a una spirale di polemiche stucchevoli e distruttive riguardo a nomi, cognomi, luoghi di nascita, diktat locali e romani. Ci sembra davvero mortificante per la città di Reggio e, in particolare, per il mondo economico che attende di sapere quali progetti siano stati predisposti per risollevarne le sorti. Vogliamo credere infatti che, prima di candidarsi alla guida dell’amministrazione comunale, gli ispiratori delle diverse liste abbiano pensato di documentarsi bene e di redigere piani di sviluppo precisi e fondati su basi economiche scientifiche”.

Il direttivo di Confindustria Reggio prende atto:

“Con grande soddisfazione dell’attivazione del fondo rotativo previsto dal Decreto Agosto che salverà il Comune dal dissesto, salvaguardando in questo modo anche i diritti dei creditori dell’ente”.

Ciò, spiegano ancora gli industriali reggini, “costituisce il presupposto di una nuova fase di vita della Città, che impone visione, progetti e programmi. Per questo, non possiamo accontentarci di quanti, tra i candidati a sindaco e al consiglio comunale, pensano di rispondere alla domanda di sviluppo locale con generiche manifestazioni d’intento prive di studio, di ricerca e di vero contenuto. Chiediamo, anzi, pretendiamo, nella qualità di cittadini e di rappresentanti di aziende che contribuiscono al bilancio comunale, di avere precisi riferimenti riguardo al modo in cui le diverse coalizioni hanno programmato le azioni di sviluppo sociale, di crescita economica, di riduzione dei tributi, di incremento dei traffici al porto di Gioia Tauro, di infrastrutturazione delle aree industriali.

Per essere chiari, con qualche esempio: non ci basta più sentire che si punterà sul turismo. Vogliamo sapere quale tipo di
turismo, rivolto a chi, con quali target, su quali aree geografiche, con quale stima di incremento della ricchezza del territorio. E ancora, non ci basta più sentire che saranno incrementati i voli per l’aeroporto dello Stretto: vogliamo conoscere vettori, fonti di finanziamento, destinazioni e tempi. Non ci basta più la retorica sul porto di Gioia
Tauro e sulla Zes, vogliamo sapere quali investimenti siano previsti per l’industrializzazione dell’area retroportuale e che tipo di  misure si intendano assumere oltre alla fiscalità di vantaggio e alla semplificazione amministrativa.

Chi non sa come rispondere a tutto questo, a nostro avviso, farebbe meglio a non sottoscrivere la candidatura, compiendo così un minimo quanto dovuto atto di rispetto nei confronti degli elettori e dei cittadini. Nelle prossime settimane, coinvolgendo in un partenariato aperto e allargato tutte le forze sociali e le associazioni di categoria, promuoveremo un incontro pubblico nel quale porremo queste domande in maniera puntuale ai candidati alla guida della città. Confidiamo che, nel frattempo, qualcosa si muova nelle ‘war room’ dei sindaci in pectore, molto
impegnati a preparare post su Facebook ma, a quanto pare, poco inclini a studi approfonditi e programmi concreti per Reggio e per i reggini.

Speriamo vivamente – conclude il direttivo della Confindustria territoriale – di essere smentiti. Sarebbe un bene per la collettività”.