Consiglio regionale, Santelli accusa: 'Il Sud ha pieni i cassetti di cambiali scadute del governo italiano'

Intervento a tutto campo del Presidente che bolla come un fallimento il Bilancio ereditato. Poi l'affondo su enti subregionali e lavoratori

Prima della sospensione del Consiglio regionale, richiesta dalla maggioranza, il Presidente Jole Santelli ha chiuso il dibattito sul Bilancio. Un intervento, il suo, che ha spaziato su diversi ambiti, mettendo in risalto quella che sarà la strada maestra che imboccherà la maggioranza.

La Santelli ringrazia l’assessore Talarico per il lavoro che ha fatto in pochissimo tempo “con correttezza e professionalità”. Un ringraziamento “doveroso” anche allo schivo dirigente De Cello. “Lo dico con onestà pur avendolo incontrato poche volte. Per me è una sicurezza che il Bilancio della Calabria sia in mano al dottor De Cello per la sua serietà, la sua compostezza e la sua capacità nel dire di no. E per il suo obbligo di verità, che è una verità difficile”.

Il presidente ha spiegato che c’è un motivo per cui con la giunta ha condiviso la scelta del Presidente Tallini di disgiungere le Linee programmatiche dal Bilancio:

“Il Bilancio doveva essere approvato. Siamo ormai prossimi all’ora “X”. Capisco che, come dice Irto, non è bello fare il processo a chi c’è stato prima, ma di fatto c’è una giunta che si è insediata a marzo ed ha trovato un Bilancio che non c’era. Una situazione di disagio che, tutti insieme, viviamo. Non è un Bilancio tecnico, perché ha fatto delle scelte ha operato dei tagli ha dato alcune risorse… è un Bilancio tecnico nel senso che doveva adempiere ad un obbligo formale e che quindi difficilmente poteva diventare un Bilancio di apertura al futuro come alcuni auspicavano”.

Dovremo dire cosa vogliamo fare della Calabria

Il presidente Santelli ha poi argomentato che si è deciso di dedicare la prossima seduta del Consiglio alle Linee programmatiche non solo perché sono l’apertura di una consiliatura ed hanno una solennità che è d’obbligo, ma anche perché realisticamente, “è l’inizio di una nuova era”.

“Il coronavirus cambia il sistema. Quindi quello che abbiamo detto in campagna elettorale, certo a obbligo di coerenza, va calato in una situazione completamente diversa. Di questo futuro della Regione Calabria va discusso in maniera seria progetto per progetto. Intendo dirvi questo: per quanto mi riguarda io credo che ci debba essere una fase e una parte che debba essere assicurata all’assistenza di questa terra, alla gente che oggi potrebbe non avere un luogo dove andare a lavorare. Il ristoratore che magari con sacrifici ha costruito una sua realtà e che non sa più se a luglio o a settembre riaprirà la saracinesca, e con lui i ragazzi che vi lavorano. A questi dovremo dare assistenza. È la vita quotidiana. Sarà la sfida maggiore a cui saremo chiamati, tutti insieme: costruire la Calabria di domani. Perché, a maggior ragione che dobbiamo assicurare questi fondi per il sostentamento, una parte fondamentale di investimenti dovranno essere investiti sugli asset che riteniamo fondamentali per questa Regione. Il coronavirus ha cancellato definitivamente la politica degli aiuti a pioggia”.

Nelle dichiarazioni programmatiche che occuperanno il prossimo consiglio il Presidente si aspetta delle dichiarazioni vere.

“Noi dovremo dire ai calabresi, maggioranza e opposizione, cosa questa assemblea intende fare della Calabria. Dobbiamo dare un a risposta, segnare un sentiero – su cui poi, certo, che potremmo dividerci – ma l’obiettivo deve essere comune”.

C’è molto da scrostare in Regione

“Non è stato facile gestire questi mesi lavorando in dodicesimi. Noi non abbiamo fatto quasi nulla. Quelli che lavorano con me lavorano gratis perché lavorando in dodicesimi non potevamo fare neanche i contratti e l’amministrazione ci diceva che non potevamo fare nulla. Ringrazio tutti per questo. Ci teniamo alla legalità. E non era una cosa illegale, ma siccome poteva essere equivocata e ci poteva essere un margine noi abbiamo evitato quel margine. Perché anche in quello sta la differenza della politica”.

Poi, il passaggio che ha il sapore della denuncia. Un grido d’allarme e d’aiuto:

“Io lo dico chiaro oggi. Non sono ipocrita. C’è tanto di obliquo in regione, c’è tanto di grigio che va stanato da quegli uffici. Ottocento persone che lavorano in Regione Calabria, non si sa a che titolo e per fare cosa e soprattutto per arrivare a quale risultato. Ottocento persone che non lavorano per la Regione. Non funzionari. Che lavorano fuori. Proverò a poco a poco a capire perché non è facile comprendere. Progetti, strutture, aziende che lavorano lì. Gente da fuori. Chi ha voglia di scoprire la verità, a cominciare dall’amico Callipo, ci aiuti ad aprire i cassetti e scrosteremo molto”.

Il presidente ammette che con questo Bilancio si è fatto pochissimo. Da sempre contraria ai tagli lineari la Santelli ha sottolineato che c’è soprattutto una sfida su tutte, che è la sfida di tutti gli enti subregionali.

“Siamo l’unica regione che ha enti in liquidazione da otto anni, enti in liquidazione che procedono ad assunzioni, una contraddizione in se. Allora, sugli enti subregionali mi auguro un dibattito serio, per discutere quali funzionano, la mission, cosa devono risolvere perché non può essere una giustificazione della politica salvare il singolo ente subregionale per salvare i posti di lavoro. Si, si possono salvare i posti di lavoro, magari spostandoli là dove funzionano. E con molta lealtà e guardandoci in faccia possiamo chiederci quali enti mandare definitivamente in liquidazione. Per fare ciò, consapevole che siamo noi la maggioranza, non si nominano i politici ma i commissari liquidatori, non persone che si siedono su una sedia politica per non andarsene, perché evidentemente avranno altro come obiettivo”

“Abbiamo un problema serio che è la riorganizzazione del contenzioso. Abbiamo pignoramenti una situazione allucinante. Subiamo pignoramenti su pignoramenti anche su cause che abbiamo vinto. C’è tanta materia su cui lavorare per tentare di riassettare un po’ le cose e presentarci anche agli organi di vigilanza come la Corte dei Conti a schiena dritta, perché a schiena dritta si può andare quando si sono fatti i compiti a casa”.

Il Bilancio ereditato è un fallimento

“Ce lo dice la Corte dei conti, e le carte. Dobbiamo rimettere mano. Siccome è un inizio da parte di tutti in questo momento è bene dire come stanno le cose. E le cose stanno, dicendolo con chiarezza, che se mettiamo insieme con il Bilancio che abbiamo, il blocco della Corte dei Conti per il debito coi Comuni, quello che c’è sull’acqua, quello che c’è sui rifiuti, allora portiamo i libri al fallimento. Le carte non stanno per nulla bene. Dobbiamo esserne tutti consapevoli

Il nodo sanità

“Mi trovo in una situazione abbastanza comoda in termini politici. Ho contestato commissariamenti ho fatto la guerra alla legge 35, però, ha ragione Guccione, abbiamo ereditato una catena di comando per nulla chiara”.

La Santelli ricorda che in quella catena di comando c’è un presidente della Regione, c’è un Commissario per la spesa, abbiamo dirigenti Asp e Aziende ospedaliere nominati dal Commissario altri nominati direttamente dal Ministro per assenza di consenso dalla Regione, altri ancora dal Ministrero dell’interno.

“Visto le condizioni date, credo che come Calabria abbiamo fatto un mezzo miracolo. Poggiando sulla capacità di lavoro delle singole persone si è riusciti a lavorare in rete. Voglio fare un esempio. Noi aspettavamo una fornitura di tamponi, alcune aziende ne erano sprovviste. Erano bloccati a Genova, ho chiamato il Gom di Reggio ed ho chiesto al Commissario in prestito i tamponi che li avremmo ritornati. Così si è fatto. Abbiamo ragionato col buonsenso di padri e madri di famiglia: c’è un problema risolviamolo. Dopodichè ci sarà da sistemare tante cose”.

I Fondi europei, la nuova scommessa

“Nella scorsa seduta avevo lanciato l’allarme sulle riunioni difficili in conferenza Stato-Regioni col governo, relativamente ai fondi comunitari. La situazione non è il 34%, oggi non lo è più. Oggi la questione è che su 70 miliardi che il governo dice di mettere sul covid, dieci vengono prese alle regioni meridionali. Alla mia domanda specifica di cosa ne viene alle regioni meridionali, quale è la contropartita politica, non mi è stata data risposta. Mi è stato detto che li avremo nella riprogrammazione successiva. Io lo dico, il sud ha pieni i cassetti di cambiali scadute del governo italiano. Abbiamo bisogno di cose ora, non di promesse futuribili. Ho chiesto di ottenere la territorialità, cioè che le somme riprogrammate dal Governo ritornino sui territori, è agli atti. Abbiamo chiesto la programmazione. Io chiedo di più, che la medesima flessibilità che Roma chiede a Bruxelles sugli strumenti, Roma conceda alle regioni sui propri strumenti”.

Intanto, la Santelli conferma che la rimodulazione dei programmi operativi è stata già avviata.

“Alcuni pezzi sono stati fatti. Quella generale la faremo nelle Linee programmatiche ma soprattutto la richiesta nostra deve essere non solo quella dei fondi ma soprattutto quello di snellire le procedure. Più sono snelle e trasparenti meno si annida corruzione e criminalità, e su questo dobbiamo batterci, perché più sono contorte più aumentano le firme. Questo è un vizio italico. Mi sto battendo perché i fondi per la Calabria arrivino al più presto. Uno dei miei più grandi timori non è solo la crisi economica di famiglie e imprese, ma anche a chi queste famiglie e queste imprese rischiano di rivolgersi. Vogliamo arrivare prima noi”.