Crisi al Comune di Reggio, situazione surreale. Falcomatà attende, il Pd rischia l’ennesima figuraccia

Vicenda al limite del grottesco, due mondi separati convivono 'serenamente' a Palazzo San Giorgio. Il Pd aspetta Falcomatà, il sindaco aspetta....di decadere. Roma osserva, i reggini si coprono gli occhi. E il tempo passa...

Consiglio Regionale Giuseppe Falcomatà ()

Al Comune di Reggio Calabria la maggioranza viaggia a targhe alterne. Una settimana precisa è trascorsa dall’ultimo consiglio comunale, una seduta infuocata dal punto di vista politico, con Pd e Rinascita Comune che -dopo la lettura di un duro comunicato che metteva Falcomatà spalle al muro- avevano di fatto sfiduciato il sindaco e fatto mancare i numeri della maggioranza all’interno dell’Aula Battaglia.

Atteggiamento rabbioso e determinato proseguito anche nei giorni successivi, nelle prime commissioni (non tenutesi di proposito) post consiglio comunale, ma che via via sembra perdere forza. Tre giorni fa è arrivata la nota distensiva del sindaco Falcomatà, che si è detto ‘Pronto ad incontrare le forze di maggioranza’, dialogando “nell’interesse della nostra comunità” per “individuare le modalità per completare il lavoro di questa amministrazione”.

Leggi anche

A distanza di 72 ore, nulla però si è mosso concretamente, anzi adesso le commissioni sembrano viaggiare nuovamente spedite, come se nulla fosse. Il clima è più che mai surreale a Palazzo San Giorgio, dove la crisi di maggioranza attuale si vive con un sentimento simile al brano cantato da Gaia all’ultimo Festival di Sanremo.

Chiamo io, chiami tu. Chiamo io, chiami tu. Chiamo io, chiami tu. Chiama…: nessuno però chiama l’altro, e i giorni trascorrono via uno dopo l’altro, con una sensazione di straniamento che aleggia sopra Palazzo San Giorgio. Pd e Rinascita Comune dovrebbero sapere però che in politica non esiste moneta che abbia valore maggiore della credibilità, moneta che si palesa quando alle parole seguono i fatti.

Dalle urla di una settimana fa, e dal comunicato che metteva nero su bianco Falcomatà con le spalle al muro (‘o azzeramento della Giunta, o andiamo tutti a casa’) non è più accaduto nulla.

Si registrano ancora questo tipo di posizioni, ultima in ordine temporale del capogruppo dem Giuseppe Marino oggi nella seduta di commissione dedicata alle circoscrizioni, (“non essendoci più una maggioranza politica, da qui a poco potremmo andare tutti a casa”, le sue parole) ma il significato delle stesse iniziano a perdere valore.

Di questa grottesca vicenda, non si capiscono ancora i fattori determinanti. Quando scadrebbe -senza giri di parole- la deadline imposta da Pd e Rinascita Comune al sindaco Falcomatà per iniziare in modo concreto il tavolo dell’azzeramento di Giunta? Come nelle diete, o nell’inizio della frequentazione in palestra, il giorno giusto è “domani”. Di domani in domani, è trascorsa una settimana di promesse mancate.

E ancora: quando avrebbe intenzione Falcomatà di ‘dialogare’ con la maggioranza per discutere il da farsi, considerato che tra pochi giorni decadrà da sindaco? O forse ha intenzione di concordare la nuova Giunta da sindaco decaduto, scavalcando quindi il futuro f.f. Brunetti? Anche in questo caso, il mistero rimane.

Leggi anche

“Servono responsabilità condivise, non la concentrazione di potere e responsabilità politiche verso 3 o 4 fedelissimi del sindaco Falcomatà. Non esiste alternativa all’azzeramento della Giunta e una successione discussione interna alla maggioranza, che si apra al contributo di tutte le forze politiche, comprese Dp, Red e Avs”. Questo il pensiero di alcuni dirigenti dem, confidato a microfoni spenti ancora nella giornata di oggi, ma si rischia l’ennesima figuraccia in quello che un deja-vù di situazioni precedenti pressochè identiche.

Mosse in solitaria, nomine e rimpasti di Falcomatà che causano la furia del Pd, bravissimo in teoria a reagire e chiedere conto al sindaco di quanto accaduto, con il partito che però nel giro di qualche giorno da leone rabbioso diventa un gattino docile, peraltro dalla memoria ondivaga.

Sindaco Falcomatà ‘Highlander’ che, alla fine della fiera, supera di slancio minacce e urla, uscendone vittorioso su tutta la linea nei confronti della maggioranza e del suo stesso partito. Sarà così anche questa volta? Dentro Palazzo San Giorgio, ogni giorno che passa vede la schiera di chi immagina questo scenario aumentare sempre più…

In una vicenda che inizia a diventare tristemente complicato commentare, la ‘novità’ del giorno è relativa all’imminente visita in città di due dirigenti del Pd in riva allo Stretto. Nella giornata di mercoledi è atteso a Reggio Calabria il senatore Antonio Misiani, responsabile economia e finanze, imprese e infrastrutture nella segreteria nazionale del Partito Democratico, per un evento incentrato sugli emendamenti che lo vedrà protagonista assieme al segretario regionale dem Nicola Irto.

Possibile che nei prossimi giorni arrivi in città anche Alessandro Alfieri, coordinatore di Energia Popolare, anch’esso senatore. In questo caso però, l’approdo sarebbe più strettamente legato alle confuse e confusionarie vicende che animano la maggioranza al Comune di Reggio Calabria, forse attraverso un incontro diretto con il sindaco Falcomatà e alcune forze di maggioranza.

Quale sarà il contributo e l’impulso che i due esponenti nazionali del Pd potranno dare alla vicenda (nella speranza di poter giungere presto ad un epilogo, qualsiasi esso sia) non è chiaro, lo si evincerà nei prossimi giorni. Quelli ‘decisivi’ per spostare gli equilibri in un senso o nell’altro, ad ascoltare gli irriducibili che ancora assicurano che sarà azzeramento della Giunta o scioglimento dell’amministrazione comunale.

Vicenda al limite del grottesco, con due mondi separati che convivono ‘serenamente’ a Palazzo San Giorgio. Il Pd aspetta Falcomatà, il sindaco aspetta….di decadere. Roma osserva, i reggini si coprono gli occhi. E il tempo passa…

L’unica cosa chiara, che emerge lampante, la si evince osservando dalla giusta distanza quello strano e a tratti affascinante microcosmo che è Palazzo San Giorgio. Al suo interno, Falcomatà e la sua maggioranza non si incontrano, non si vedono, non si parlano. E anche se lo facessero, non si capirebbero.

All’esterno, c’è una città che li osserva. Li scruta, li analizza, forse più disillusa che arrabbiata.

Incredula certamente, che tutto questo stia accadendo davvero…