Città Metropolitana e centrodestra, unito gode solo FI. Nervi tesi in Fratelli d’Italia

Il voto metropolitano è servito a lanciare messaggi inequivocabili al Commissario del partito della Meloni, Denis Nesci

Il Centrodestra Metropolitano gongola.

Le elezioni per il rinnovo del Consiglio hanno dato nuova linfa alla coalizione di centrodestra che ha piazzato a Palazzo Alvaro cinque consiglieri. Giuseppe Zampogna, Domenico Romeo, rispettivamente sindaci di Scido e di Calanna, e i consiglieri Rudi Lizzi, Pasquale Ceratti e Antonino Minicuci. Ma avrebbe potuto prenderne anche uno in più, mettendo in grossissime difficoltà il sindaco Giuseppe Falcomatà.

Quanto successo in casa Lega, d’altra parte, ha messo a nudo anche le strategie elettorali di Saverio Anghelone (Cambiamo con Toti), accusato dall’ex candidato sindaco Nino Minicuci di aver votato a sinistra. Ma se Forza Italia mette in riga gli alleati in riva allo Stretto, continua ad aggravarsi la situazione all’interno del partito di Giorgia Meloni.

Forza Italia fa il pieno

Come in un’altalena, tra alti e bassi, ricominciano a salire le quotazioni di Forza Italia e del coordinatore provinciale Francesco Cannizzaro. L’idea del listone unico e la sua strategia ha pagato con importanti risultati. Con quattro voti ponderati pesanti, e quindi relativi al Comune di Reggio, il deputato reggino è passato all’incasso piazzando tre consiglieri rappresentativi delle tre aree della provincia reggina.

Pasquale Ceratti (consigliere a Bianco) con 4271 voti ponderati rappresenterà la fascia jonica, Domenico Romeo (sindaco di Calanna) con 4894 l’area dello Stretto e Giuseppe Zampogna, sindaco di Scido che ha totalizzato la cifra ponderata di 5382 rappresenterà la fascia tirrenica. Un’equa distribuzione degli uomini per rappresentare al meglio tutti i territori sembra essere stata la chiave vincente della partita giocata da Cannizzaro. Tuttavia se a Zampogna non sono stati necessari i voti della città che hanno il maggior peso nella cifra ponderata, Ceratti e Romeo hanno ricevuto la spinta dei consiglieri comunali reggini.

Pronta la fronda in FdI?

Si potrebbe dire che da questa tornata elettorale di secondo livello Fratelli d’Italia ne esca a pezzi. Come i pezzi di partito che con i loro atteggiamenti stanno sostanzialmente lanciando messaggi inequivocabili al Commissario Denis Nesci che pure si era affrettato a salutare entusiasticamente il risultato di Rudi Lizzi, eletto, ma non con la sua sponsorizzazione. E negli ambienti di Fratelli d’Italia, si parla sempre più frequentemente di “gestione privata” del partito e di scarso coinvolgimento dei territori. Tanto che tra gli aderenti va in voga una massima: “Ha unito tutti, ma contro di lui”.

Non è ormai un mistero che lo stesso Commissario abbia lanciato ed appoggiato la candidatura di Lino Cangemi, consigliere comunale a Gioia Tauro finito ottavo nella classifica di Centrodestra metropolitano e terzo tra i candidati di partito. Dietro l’eletto Rudi Lizzi e Chiara Caterina Macheda. Quest’ultima, consigliera a Montebello Jonico, è la candidata (e cognata) di Demetrio Marino capogruppo al Consiglio comunale di Reggio, che ha chiesto il riconteggio delle schede ritrovandosi alla fine davanti a Rocco Campolo. Proprio la Macheda, oltre a quello di Marino, ha ricevuto il voto anche di Guido Rulli, notoriamente vicino al consigliere regionale Nicola Paris.

Il risultato delle urne metropolitane, insomma, sembra andare nella direzione di un isolamento delle posizioni del Commissario, che anche in provincia non sembra godere di grandi simpatie. Se è vero come è vero che un’ampia fetta di partito si è orientata sull’eletto Rudi Lizzi che è consigliere a Gerace. Proprio sulla fascia Jonica si è preparata la corsa vittoriosa di Lizzi che ha ricevuto il voto pesante di Massimo Ripepi e il sostegno degli amministratori della fascia jonica capitanati dal sindaco Giuseppe Pizzimenti che, con Nesci, non è mai stato tenero. Alcuni infatti ricordano anche come proprio Pizzimenti si sia rivolto già ai piani alti del partito per censurare la direzione del Commissario.

Il tutto avviene in un quadro non certo esaltante per il partito della Meloni che, al termine di una stagione difficilissima, si appresta a definire le candidature per le prossime elezioni regionali.