Reggio trasformata in discarica a cielo aperto. Tante, troppe 'via Ciccarello'

10 mesi dopo, l'emergenza rifiuti a Reggio Calabria, non solo non è stata risolta, ma non ha fatto che peggiorare in modo esponenziale

Reggio Calabria, in questi ultimi giorni è una vera e propria discarica a cielo aperto. Complici gli agenti atmosferici (acqua e vento) e la mano dell’uomo, inconsapevole dei danni causati alla sua stessa salute (continui incendi nella notte).

Periferia o centro, poco cambia. È più che evidente, come la situazione sia ormai fuori controllo. E se a Reggio, è ben noto, che non mancano i problemi, di ogni genere, primo fra tutti, in questo momento, quello dell’emergenza sanitaria, i cittadini vorrebbero almeno poter dire di vivere in una città in cui, ogni giorno, non siano costretti a chiudere il naso, tapparsi gli occhi, abbassare la testa, vergognarsi e cercare di tirare dritto fino alla discarica successiva.

Tante “via Ciccarello”

Reggio Calabria è fatta ormai di tante “via Ciccarello“.

Questa estate le immagini della via del quartiere di Modena avevano fatto il giro d’Italia, grazie a Klaus Davi che, durante la campagna elettorale si era “sepolto vivo” nei rifiuti, ed anche alla famosa diretta di Matteo Salvini che aveva dato avvio alla campagna elettorale della destra per le comunali proprio da lì.

Quella via, diventata simbolo di un problema atavico della città dello Stretto, è stata finalmente ripulita, anche se, poco dopo già sono presenti le prime avvisaglie di una nuova possibile discarica.

Via XXV luglio, com’era e com’è

Era il 2 gennaio 2020 quando nella via del centro città che conduce alla tangenziale nord, i cittadini hanno iniziato la loro protesta. Buste e mastelli disposti in una fila ordinata fino ad invadere un’intera carreggiata e bloccare, in parte il traffico.

Una protesta, probabilmente dei residenti, dovuta alla mancata raccolta che, nonostante i disagi, negli anni ha funzionato relativamente bene. C’è, però, chi ha abusato di questa protesta, scambiando quell’angolo di strada per una discarica. E così le persone hanno iniziato a lasciare lì i loro rifiuti, c’è anche chi vi si è recato appositamente lanciando le buste dell’immondizia direttamente dal finestrino con l’auto.

Più volte la spazzatura è stata raccolta dagli addetti ai lavori e, più volte, la stessa discarica è stata ricreata dai soliti incivili. Diverse volte in questi mesi, sconosciuti hanno anche appiccato un fuoco, l’ultima solamente pochi giorni fa.

Via XXV luglio, esattamente 10 mesi dopo, si presenta così.

La cosa tragica, non è tanto il fatto che l’immondizia sia sia quadruplicata, invadendo la strada, sporcandola oltre l’indicibile, occupando il marciapiede che oggi è impraticabile, divenendo un covo di topi e scarafaggi, oltre che emanare un fetore che disgusta i malcapitati residenti.

La tragedia è che quasi ogni angolo della città, da nord a sud, al momento, si trova nelle stesse identiche condizioni.

Di chi è la colpa

Siamo talmente anestetizzati, abituati ad essere sommersi dalla spazzatura che, quasi, nulla ci scandalizza a tal punto da fermarsi e dire “Come ci siamo ridotti così?”.

Poco importa, adesso, di chi è la colpa, i reggini vogliono soluzioni. Stanchi di vedere rimbalzare la palla della colpa da un’istituzione all’altra. Stanchi di sentire che “presto tutto andrà bene”, per poi vedere, puntualmente, sfumare ogni speranza di cambiamento.

L’unica cosa che conta è porre rimedio ad una situazione divenuta insostenibile.

E se è vero, come più volte le istituzioni hanno ricordato in questi giorni, che i calabresi meritano una sanità per cittadini di serie A e non di serie B, è vero anche che dovrebbero poter vivere in una città che possa essere definita tale.