Coronavirus, le problematiche sociali di Reggio a ‘Mi manda Rai 3’
Il sindaco di Reggio Calabria ha esposto ai microfoni di Rai 3 le conseguenze del coronavirus nella nostra città
07 Aprile 2020 - 10:54 | Redazione

Dopo aver ascoltato le parole del presidente della Regione Calabria, Rai 3 ascolta, anche, il parere del sindaco di Reggio. Durante la puntata di questa mattina, di ‘Mi manda Rai 3‘, il conduttore Salvo Sottile ha lasciato spazio a Giuseppe Falcomatà per raccontare le conseguenze del coronavirus nella città dello Stretto.
Mentre l’intervento della Santelli è servito a raccontare la regione da un punto di vista sanitario, il primo cittadino di Reggio Calabria si è occupato degli aspetti sociali.
SPESA SOSPESA
La prima tematica affrontata dall’inquilino di palazzo Alvaro è proprio quella che più sta a cuore agli italiani, in questo preciso momento: la spesa sospesa. Il Comune già da qualche tempo si è attivato sul fronte della solidarietà.
“Sin dall’inizio di questa emergenza, qui in città è scattata una vera e propria gara di solidarietà. Il moto che abbiamo adottato è ‘Chi può dare qualcosa in più è giusto che lo faccia, chi non ha è giusto che prenda’. Sin da prima dell’aiuto da parte del Governo, le famiglie reggine hanno la possibilità di acquistare qualcosa in più durante la loro speso per destinarlo ad un ‘carrello solidale’ grazie al quale le associazioni provvederanno a consegnare i generi di prima necessità alle persone che ne hanno realmente bisogno.
In questo particolare momento a svolgere questo lavoro sono la Caritas, il Banco Alimentare, la Croce Rossa, la Protezione Civile. È per questo che ringrazio tutti i volontari”.
I NUOVI POVERI
A Reggio però, come, probabilmente, in tutto il resto del mondo, non esistono solamente le persone bisognose, ma anche i nuovi poveri. Ne fanno parte tutte quelle persone che a causa del Covid-19, oggi, fanno fatica ad andare avanti.
“I nuovi poveri quelli che hanno perso il lavoro, sono quelli che lavoravano senza regolare contratto. Per venire incontro a tutte le persone che avevano, realmente, bisogno di aiuto siamo voluti andare oltre i normali ammortizzatori sociali. Abbiamo allargato la platea per includere gli attuali poveri ed aiutare anche loro in questo momento di difficoltà”.
