Fase 3, Santelli: ‘In Calabria tutti benvenuti, ma la prevenzione non si ferma’
Jole Santelli racconta a Tagadà come la Calabria 'torna nella mischia' e quali sono le misure da attuare in questa nuova fase
04 Giugno 2020 - 13:15 | Redazione
Jole Santelli torna a parlare in tv. Questa volta, il governatore della Calabria è ospite di Tiziana Panella, nella trasmissione Tagadà. Il fulcro dell’intervista non può che concentrarsi sugli spostamenti, visto che a partire da ieri, 3 giugno 2020, gli italiani sono di nuovo liberi di circolare tra le diverse regioni d’Italia.
La Fase 3
“Siamo abbastanza pronti – spiega Jole Santelli a La7. Nelle precedenti fasi abbiamo adottato misure stringenti che hanno dato i loro frutti. Adesso sono meno preoccupata perchè abbiamo fatto circa 6 mila tamponi alle persone che sono rientrate in Calabria e il tasso di positività è risultato veramente basso”.
Situazione contagi
Da settimane la situazione in Calabria è più che sotto controllo. I positivi sono stati in tutto 1158, 949 dimessi e guariti, 1 sola persona in terapia intensiva.
“Facendo i dovuti scongiuri, sono 6 giorni che siamo a zero contagi” afferma Jole Santelli.
La situazione è molto diversa in Lombardia, regione fra le più colpite dalla pandemia che, ancora oggi, tarda ad arrestarsi al nord Italia. Se i lombardi arrivano in Calabria, la Santelli, però, li accoglie a braccia aperte.
Come si protegge la Calabria dal virus
“I lombardi, i toscani e tutti loro che vorranno venire in Calabria sono i benvenuti. L’unica cosa che dovranno fare è segnalarsi al sito della Regione, noi poi trasmettere i dati alle ASP competenti. Cerchiamo di tenere sotto controllo il virus, ma speriamo anche che vengano prese le giuste misure di prevenzione in partenza. Mi auguro che chi arrivi qui sia ‘tranquillo’. Ovviamente valgono le regole adottate per qualsiasi ambito diverso dal turismo: quindi chi ha la febbre oltre 37,5 non può entrare in regione, così come chi è sottoposto alla misura delle quarantena e tutti coloro che presentano dei sintomi”.
La Santelli sembra fra i governatori più a loro agio con gli spostamenti. Tanti colleghi, infatti, hanno manifestato forti preoccupazioni. C’è chi parla di patenti di immunità, chi assicura un buono vacanza a chi si sottopone al test sierologico. In Calabria invece si continua sulla linea dei controlli in aeroporti e stazioni e si fa affidamento sul buon senso dei cittadini ed il rispetto delle norme.
Pronti per una seconda ondata
“Stiamo lavorando, ancora, per aumentare i posti in terapia intensiva. Continuiamo, inoltre, a fare 1500 tamponi al giorno, lo strumento di prevenzione non si è mai allentato”.
La Calabria non eccelle in sanità o mezzi pubblici e, per questo motivo, gioca da sempre la sua partita contro il Covid sul campo della prevenzione. Il Governatore si dice, infatti, in disaccordo con Zaia che vorrebbe tornare alla capienza ‘normale’ sui mezzi di trasporto ed abolire, così, il distanziamento sociale.
“Dobbiamo dare segnali precisi. Se il distanziamento è ciò che ci salvaguarda allora tutti dobbiamo impegnarci per far capire che non si tratta di una regola opinabile. Ciò che conta, in questo momento più che mai, è il messaggio che le istituzioni fanno passare. Ciò ce mi preoccupa sono le aggregazioni giovanili. Posso dire, però, ancora una volta, che i calabresi hanno assimilato le nuove regole di vita. Ieri sono andata ad inaugurare una piazza e la gente, per forza di cose, è arrivata. Tutti indossavano la mascherine e tentavano di rispettare il distanziamento. Ovviamente evitare gli assembramenti sarà sempre un tasto dolente difficile da regolamentare”.
Abrogazione legge in Consiglio Regionale
In chiusura Jole Santelli rilascia anche un commento sulla tempesta che si è abbattuta sul Consiglio Regionale, costretto a riunirsi in fretta e furia per abrogare una legge approvata ‘per errore’:
“Si è creata molta confusione su questa vicenda. Non si è mai trattato di vitalizi, ma di una sottigliezza tecnica riguardante il sistema contributivo. Per dirla in parole povere, un consigliere avrebbe dovuto versare 38 mila euro di contributi per poi ricevere, a fine mandato, un assegno da 600 euro. Una cosa sconveniente da qualsiasi punto di vista”.
La domanda sorge allora spontanea, perchè abrogarla?
“Quando una cosa non va bene alla gente, è giusto chiedere scusa e tornare indietro”.