Intitolato al capitano De Grazia un tratto del lungomare di Gallico

Trent'anni fa la morte dell'ufficiale mentre indagava sulle 'navi dei veleni'. Falcomatà: 'Una ferita che ancora continua a sanguinare'

de grazia

Il lungomare di Gallico, quartiere nella periferia nord di Reggio Calabria, è stato intitolato al capitano Natale De Grazia, l’ufficiale della Capitaneria di porto morto improvvisamente e in circostanze non chiarite nel 1995 mentre stava indagando sulle cosiddette “navi dei veleni”.

La cerimonia di intitolazione a Gallico

Nel corso della cerimonia, il sindaco Giuseppe Falcomatà, esponenti di Legambiente e i familiari di De Grazia hanno scoperto la targa dedicata all’ufficiale più volte definito “eroe”. “Non lo chiamate così – ha detto il fratello -. Era un amante del mare e non l’ho potuto fermare neanche io”.

Il messaggio dei figli di Natale De Grazia

Nuccio Barillà di Legambiente ha letto un pensiero di Giovanni De Grazia, uno dei due figli del capitano che non è riuscito a essere presente.

“La figura di De Grazia, con questo gesto di oggi – ha scritto – viene consegnata alla memoria innanzitutto di tutta la comunità di Gallico, di tutte le persone che hanno conosciuto la sua storia e adesso lo possono sentire appartenere alla propria comunità. La dedica di questo lungomare è certo una cosa dovuta ma non tanto a noi come famiglia ma a tutti come quartiere. Al di là di sindaci, ammiragli e autorità tutte, Natale De Grazia è un uomo del popolo e al popolo viene consegnato con il gesto di oggi”.

L’intervento di Legambiente

“Questo – ha detto Barillà, ex assessore comunale di Reggio Calabria – è un segno identitario perché è un luogo che De Grazia amava tanto. È cresciuto qui. Per tutti ci sarà non solo un aspetto di memoria forte ma un qualcosa di identitario per tutta la comunità. Per noi di Legambiente è un momento importantissimo perché siamo stati noi ad avviare l’idea di intitolazione attraverso una raccolta di tantissime firme nel 2007”.

Le parole del sindaco Falcomatà

“Quella di oggi è una giornata intrisa di tanti significati – ha affermato Falcomatà -. La città si riconcilia con un pezzo importante della propria storia, riesce a rimarginare, seppur non completamente, una ferita che dopo 30 anni continua a sanguinare. Una città diventa comunità se poi fa proprie le persone che hanno dato lustro a quella comunità e sicuramente De Grazia rientra tra queste.

L’impegno, dopo 30 anni, è che non ci si rassegni a condannare all’oblio una vicenda che ancora ha tutti i tratti da definire. La morte di De Grazia è una ferita non solo nel cuore della comunità reggina e calabrese. È una ferita nel cuore delle istituzioni dello Stato. È il momento che le istituzioni sanino questa ferita e restituiscano alla famiglia, alla città e a lui quella verità che ancora oggi non abbiamo”.