Gratteri a La7: "Truffe da milioni di euro, per la mafia il gioco vale la candela"

"Cosa sono rispetto a importare mille chili di cocaina dove, se ti prendono, ti fai 20 anni di carcere?"

Nicola Gratteri nuovamente ospite a “Di Martedì”, trasmissione de La7 condotta da Giovanni Floris. Il Procuratore capo di Catanzaro si è soffermato sulle evoluzioni delle mafie, il rapporto con la politica e le mire sui fondi del Pnrr.

“La mafia uccide sempre meno, la mafia è sempre meno visibile e fa meno impressione all’opinione pubblica. E allora, se non fa impressione all’opinione pubblica, la stampa e la televisione non ne parlano, il problema non esiste”, il primo intervento di Gratteri nella trasmissione de La7 .

Riguardo i fondi del Pnrr destinati all’Italia, 191,5 miliardi di euro, Gratteri ha ribadito come la criminalità organizzata si sia attrezzando e organizzando. “In base ad uno studio della Guardia di Finanza è emerso che sono spariti 4 milioni e mezzo. Dove finiscono i soldi? Vanno nelle tasche dei mafiosi, di chi ha fatto la truffa aggravata”.

Interessante il passaggio di Gratteri sulla ‘convenienza’ della criminalità nell’organizzare truffe, anche considerando le eventuali pene.

“Fare una truffa aggravata, anche per milioni di euro, vuol dire al netto una condanna a 2-3 anni di carcere, se e quando si celebrerà il processo. Quindi il gioco vale la candela. A chi non ha rossore, e a chi ha superato i freni inibitori, conviene. Rischia due tre anni di carcere a fronte di milioni di euro.

Cosa sono rispetto a importare mille chili di cocaina dove, se ti prendono, ti fai 20 anni di carcere?. Fino a quando sarà conveniente delinquere questo tipo di reati si faranno perché il rischio è bassissimo. Perché la sanzione è minima”.

Le principali responsabilità per un sistema che sembra in tilt, secondo Gratteri, sono “della politica, dei governi e del Parlamento che non creano delle norme proporzionate e proporzionali alle realtà criminali”.

Lucida l’analisi di Gratteri sulle motivazioni che portano anche a ingolfare il lavoro della magistratura. “Sono talmente tanti i processi e talmente pochi i magistrati che non si possono fare tutti i processi. Con il decorrere dei termini di custodia cautelare è necessario dare una corsia preferenziale a processi con detenuti. E così le truffe aggravate sono quei reati che vanno in coda”.