Horcynus Festival, inaugura gli appuntamenti con il teatro: in scena "Le stanze di Ulrike"

Dopo i ritmi incalzanti del concerto al Miramare, Horcynus Festival inaugura gli appuntamenti con il teatro con lo spettacolo dedicato alla giornalista e attivista tedesca Ulrike Meinhof

Dopo i ritmi indiavolati di Serena Della MonicaLe Ninfe della Tammorra, l’Horcynus Festival inaugura gli appuntamenti con il teatro, indagando le metamorfosi legate alle utopie rivoluzionarie e a contesti estremi.

QUANDO

Domani, martedì 26 marzo, alle ore 21:00 presso l’Auditorium Zanotti Bianco va in scena “Le stanze di Ulrike”. Uno spettacolo di e con con Silvia Ajelli, regia di Rosario Tedesco (ingresso 5€, prevendite al Cilea).

SPETTACOLO

Lo spettacolo, una produzione Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con Orestiadi di Gibellina, racconta la vicenda personale, storica e politica di Ulrike Meinhof, giornalista tedesca e attivista che dal ’68 orientò il suo pensiero verso una posizione sempre più radicale, fino a entrare in clandestinità e a votarsi alla lotta armata.

Dall’indignazione per la guerra in Vietnam e il dilagare dell’imperialismo americano alla protesta a fianco del movimento studentesco. E ancora dalla difesa dei diritti delle donne alle contestazioni contro la politica repressiva del governo tedesco, fino alla proclamazione della lotta armata. Accusata di quattro omicidi e 34 tentati omicidi fu processata, incarcerata e infine vittima, insieme ad alcuni compagni, di una morte violenta dalle cause mai del tutto chiarite.

STORIA

La sua storia sul palco affronta in chiave umana e non ideologica le utopie rivoluzionarie novecentesche, ponendo domande scomode, riproposte inaspettatamente dal nostro presente: perché una colta, intelligente e raffinata giornalista nota, inizia a sentirsi scomoda nel paese in cui vive? Perché non si riconosce più nel ruolo che la società le cuce addosso? Come mai finisce per diventare il capo ideologico di una banda di terroristi in parrucca? Per provare a rispondere lo spettacolo riparte dalle stanze che Ulrike ha abitato, luoghi mentali ma anche voci e identità con cui si scontra. Ma è soprattutto nel periodo di prigionia, grazie al confronto con lo Stato violento e maldestro, che il personaggio si rivela nella sua autentica tragicità.

HORCYNUS FESTIVAL

L’Horcynus Festival Metamorfosi è un evento a cura della Fondazione Horcynus Orca, in collaborazione con Fondazione di Comunità di Messina, Fondazione con il Sud e Cineclub Internazionale Distribuzione, con il finanziamento del PAC Offerta culturale Azione 1 Tipologia B – Annualità 2018.

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Si continua con il cinema da mercoledì a venerdì al Cineteatro Metropolitano (ex dopolavoro ferroviario), con una selezione di titoli a ingresso gratuito:

  • mercoledì focus Balcani alle 19:00 con il documentario Cinema Komunisto di Mila Turajlic e alle 21:00 con il film Dall’altra parte di Zrinko Ogresta;
  • giovedì alle 19:00 Sami Blood di Amanda Kernell, una storia di razzismo tra Svedesi e Lapponi; venerdì alle 19:00 il documentario Vangelo di Pippo Delbono, tra storie e volti dei migranti di un centro per richiedenti asilo, per terminare alle 21:00 con la proiezione a inviti del film Sofia di Meryem Benm’Barek.

Sempre per gli appuntamenti teatrali, invece:

  • giovedì al Cineteatro Metropolitano Horcynus propone un reading dalla nuova co-produzione del festival e Mana Chuma Teatro: “f-Aìda” di Salvatore Arena e Massimo Barilla, un racconto di guerre fratricide, un amore omosessuale mai consumato, una segregazione attenuata solo da vecchi dischi d’opera.
  • Domenica al Cilea un concerto in cui le parole diventano musica con “Bestemmia d’amore” di Enzo Avitabile (voce, arpina, tamburo e sax sopranino) e Pippo Delbono (voce recitante e canto), per parlare di questo tempo volgare e sacro, nero e luminoso, duro e dolce (ticket 10€).
  • Infine, fino al 4 aprile al Castello Aragonese (Torrione Sud, ingresso di fronte alla Chiesa degli Ottimati) è in mostra l’installazione “Casalaina – Primo movimento: prologo del grillo” di Emilio Isgrò, a cura di Marco Bazzini.