Il Consiglio regionale benedice il Ponte sullo Stretto: ‘Sia tra le grandi opere strategiche post covid’

Palazzo Campanella chiederà al Governo di utilizzare i fondi del Recovery Fund per la riprogettazione dell’infrastruttura


“Inserire il progetto di collegamento stabile tra Calabria e Sicilia tra le grandi opere strategiche su cui fondare la ripresa del Paese nel dopo emergenza Covid 19. Chiedere al Governo di utilizzare risorse provenienti dal Recovery Fund per una riprogettazione del Ponte sullo Stretto che tenga conto dei notevoli progressi registrati dalla tecnologia in tutto il mondo per la realizzazione di ponti di lunghezza anche maggiore di quella prevista per il collegamento Calabria/Sicilia e che superino le criticità finora emerse per quanto riguarda l’impatto con i venti e l’ottimizzazione del tracciato. Al contempo, aprire un tavolo di confronto con la Regione Sicilia e, contemporaneamente, con gli Enti territoriali direttamente interessati al progetto, con in testa la Città Metropolitana di Reggio Calabria”.

Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla Mozione n° 22/11 di iniziativa dei consiglieri Domenico Tallini, Filippo Pietropaolo, Tilde MInasi e Giovanni Arruzzolo in merito alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. La maggioranza di Palazzo Campanella sente che bisogna dare una spinta all’idea rimessa in circolazione nelle ultime settimane. Tenendo ben presente che occorre anche aggiornare il progetto esecutivo dell’opera che prevede il collegamento tra Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia mediante un ponte sospeso a campata unica (3.300 m ) con sei corsie di traffico stradale e due binari di traffico ferroviario di 3.666 m di lunghezza complessiva, sostenuta da due piloni alti 398 m (376 m s.l.m.) posti sulle sponde della Calabria e della Sicilia.

“Tale progetto – si legge nella mozione – ha evidentemente bisogno di una rivalutazione alla luce dello sviluppo delle nuove tecnologie e, in particolare, per approfondire alcuni aspetti fondamentali, come l’impatto con i venti e condizioni atmosferiche estreme, la lunghezza, il tracciato, la salvaguardia dell’ambiente”

La discussione, condensata in circa dieci minuti, ha registrato l’intervento di Domenico Giannetta (FI) a cui è stato dato il compito di illustrare la mozione. Il consigliere azzurro ha ricordato che “la questione del Ponte si trattava 65 anni fa, ancora prima del regionalismo” ma anche che “sono cambiati i tantissimi governi dove i fronti del ‘no’ e del ‘si’ erano in contraddizione anche all’interno dello stesso partito”. Giannetta rivendica la posizione “coerente” di Forza Italia e di accogliere con piacere la nuova posizione di “altri partiti che da sempre hanno ostacolato la possibilità della costruzione del Ponte”.

Il riferimento è evidentemente alla Lega che con Salvini, proprio a Reggio Calabria ha reso noto di aver cambiato idea sull’opera faraonica a lungo contestata. Ma per Giannetta “è finito il momento di fare solo le passerelle”. Augurandosi di conquistare Palazzo San Giorgio alle imminenti elezioni comunali di Reggio, lancia quindi la Regione che – ha detto – “sicuramente rivendica con forza un protagonismo per i prossimi anni che al di là di quella che può essere l’importanza strategica del Ponte”. Infrastruttura che per l’esponente forzista rappresenta un’opera tra le più importanti e uniche al mondo anche “per quello che può rappresentare in termini di movimenti di economia per una terra che in questo momento ha sicuramente voglia di riscattarsi ma anche di rilanciare la propria economia”.

Di parere diverso il capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua, che mostra di non condividere la proposta senza una visione organica e strutturale dell’intero panorama infrastrutturale calabrese.

“La costruzione del Ponte ha senso nella misura in cui vengano portate a termine opere strutturali che tolgano realmente dall’isolamento la regione. Io il Ponte lo vedo utile e funzionante se c’è un progetto di rinascita del Sud attraverso la perequazione infrastrutturale sociale ed economica che oggi non abbiamo. In questo contesto il Ponte potrebbe rappresentare la ciliegina sulla torta ma senza questa visione di insieme se dovessimo fermarci a chiedere solo il Ponte sullo stretto credo che faremmo un errore di strategia e di impostazione nella sviluppo sociale economico della Calabria”.

Una posizione personale, aggiunge Bevacqua, visto che all’interno del Pd il dibattito è acceso.

Gli ha risposto a stretto giro, il leghista Pietro Raso, ricordando che sono passati già dieci anni senza che si intervenisse né sulla rete viaria, né sulla ferrovia veloce. Per lui sono opere secondarie, perché il Ponte, che prevede un investimento di 20 miliardi si impone su tutte le altre opere infrastrutturali.

In conclusione il presidente Domenico Tallini ha premesso che prima di assumere l’iniziativa e di porre in discussione la “questione ponte” ha verificato l’interesse nazionale sull’opera.

“Sarebbe stato incomprensibile che proprio la Calabria non riprendesse la discussione sull’opera che muoverebbe economie inimmaginabili”. Secondo il Presidente “si creerebbe economia, si creerebbe occupazione, si creerebbe un circuito positivo e si creerebbero delle attrattive che fino ad oggi non abbiamo avuto”.