Inter Nos e Assoluzione Paris: ‘Incubo lungo 4 anni, ora chi mi ripaga?’

Parla Nicola Paris, assolto dopo quattro anni. Finisce un calvario: “Ho pagato per qualcosa che non ho fatto, perse serenità e reputazione. Il ritorno in politica?"

nicola paris

Dopo quasi quattro anni di processo, si chiude con una piena assoluzione la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex consigliere regionale Nicola Paris, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Inter Nos” sulla presunta infiltrazione della ‘ndrangheta negli appalti dell’Asp di Reggio Calabria. Il Tribunale ha stabilito che Paris “non ha commesso il fatto”, escludendo per tutti gli imputati l’aggravante mafiosa.

Leggi anche

La sentenza

Il processo di primo grado ha portato a 12 condanne e 8 assoluzioni. Tra i condannati figurano imprenditori e dirigenti dell’Asp, mentre le assoluzioni hanno riguardato, oltre a Paris, anche l’ex direttore generale Rosanna Squillacioti, il commissario Francesco Sarica, e altri funzionari apicali dell’Azienda sanitaria. La pena più alta – sei anni e mezzo – è stata inflitta all’imprenditore Antonino Chilà. Per quanto riguarda Nicola Paris nessuna delle accuse ha trovato riscontro, né nelle intercettazioni né nelle testimonianze raccolte nel corso del processo.

Nicola Paris: ‘Un incubo durato 4 anni’

A pochi giorni dalla sentenza, Nicola Paris, ai nostri microfoni, ha commentato l’esito del calvario giudiziario:

“È stata una liberazione, un incubo durato quattro anni. Non mi sarei mai aspettato di finire in un’inchiesta del genere. Ho sempre rigettato le accuse e lo abbiamo dimostrato con i fatti, con le prove, con le testimonianze. Non ho mai avuto nulla a che fare con quella proroga, né con i soggetti coinvolti”.

L’ex consigliere, eletto nel 2020 con oltre 6.300 voti nelle fila dell’Udc, era stato accusato di aver cercato di influenzare il rinnovo contrattuale di un dirigente dell’Asp legato, secondo l’accusa, a un giro di imprenditori in odore di ‘ndrangheta. Accusa poi caduta in aula.

“Ero indicato come la persona che doveva garantire la proroga. Ma quella proroga, a prescindere da me, è stata firmata dal commissario, per legge. Non sono mai intervenuto. Ho pagato, ingiustamente, con l’arresto e la sospensione dal Consiglio Regionale”.

“Una ferita che resta”

Dietro la vicenda giudiziaria, c’è la sofferenza personale di un uomo che ha visto interrompere una carriera politica costruita in quasi 20 anni.

“Non c’è prezzo che possa compensare quello che ho vissuto. Ho perso anni, serenità, reputazione. La mia famiglia ha sofferto, i miei amici pure. Anche il lavoro: sono stato sospeso. E chi ti restituisce il tempo perso? Ora chi mi ripaga?”.

Nel lungo racconto, Paris non nasconde l’amarezza per il sistema giudiziario.

“Quando le assoluzioni superano le condanne, c’è un problema serio. Non può essere normale in un paese civile. Bisogna avere il coraggio di dire che servono riforme vere sulla giustizia. Qui si giocano le vite delle persone. Anche chi poi viene assolto resta con una ferita difficile da rimarginare”.

Il silenzio e l’affetto della gente

nicola paris

Durante il processo, Paris ha scelto il silenzio. Ma non è mai rimasto solo.

“Mi fermano per strada, mi abbracciano, mi scrivono. Persone che nemmeno conoscevo. Questo affetto è la cosa più bella. La politica può finire, ma i rapporti umani restano”.

Al tempo stesso, denuncia il clima di sospetto che pesa su chi fa politica:

“C’è chi ha paura anche solo di farsi vedere a un compleanno. In un Paese democratico, non può essere normale avere il terrore di una telefonata o di un incontro casuale”.

Assoluzione e possibile ritorno in politica

“In questi anni ho fatto altro, ho cercato di rimettere insieme i pezzi. La politica è sempre stata la mia passione, il mio modo per stare tra la gente. Ma oggi non lo so. Ho ricevuto diverse chiamate, ma sono rimasto in disparte. Un mio ritorno in politica? Per adesso, più no che sì”.

Il futuro di Nicola Paris resta incerto, ma il presente parla chiaro: la giustizia lo ha assolto. Con quella formula che dice tutto: non ha commesso il fatto. Dopo anni di silenzio, la sua voce torna pubblica. E chiede che nessuno dimentichi quanto può costare un errore.