Reggio, i Vigili sospesi si difendono davanti al Giudice: annunciato ricorso al Riesame

Gli avvocati degli agenti coinvolti nell'indagine della GdF smentiscono gli episodi contestati e preannunciano il ricorso al tribunale del riesame

Sono sfilati tutti davanti al GIP, sino alla tarda serata di giovedì scorso, i 7 Vigili Urbani del Comune di Reggio Calabria accusati di falso ideologico in concorso, e per questo sospesi dal servizio.

Gli interrogatori degli Agenti sospesi a Reggio Calabria

Arresti Vigili

Difesi degli avvocati Attilio Parrelli, Marco Tullio Martino, hanno con puntualità e dovizia di particolari chiarito tutti gli episodi contestati, spiegando di avere sempre improntato i loro interventi alle direttive ed alle prassi operative.

Gli agenti della Polizia Locale sospesi dal lavoro in seguito alle indagini della Guardia di Finanza, Domenica Fulco, Vincenzo Cassalia, Concetta Sorbillo, Maria Cinanni, Mauro Giacomo, Paolo Cilione e Umberto Fabio Falcone (quest’ultimo difeso anche dall’avvocato Cusumano) hanno risposto a tutte le domande poste dal gip, Dottoressa Vincenza Bellini e dal Pubblico Ministero Alessia Giorgianni, “negando con forza, ed anche con una punta di indignazione, le accuse mossegli. Gli Assistenti di Polizia Municipale facevano parte di una squadra spesso appositamente individuata per partecipare ad attività anche rischiose, considerato l’impatto delle iniziative repressive, e da tempo avevano richiesto il trasferimento ad altre funzioni, negato proprio in ragione dell’importanza e della delicatezza del ruolo ricoperto e della non agevole interscambiabilità. Il “rinvenimento” della merce che si vede nei video essere portata via sarebbe stato giustificato dal fatto che si dovesse sgomberare immediatamente l’aria occupata abusivamente senza creare problemi per l’ordine pubblico, soprattutto nel caso in cui si operava di sabato o di domenica sul corso Garibaldi gremito di ambulanti ed astanti”.

“La merce andava sgomberata subito”

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“Capitava spesso di assistere a scene di ingiurie, offese e accerchiamenti di altri connazionali stranieri, ovvero inseguimenti che potessero mettere a repentaglio l’incolumità altrui, per cui una volta rinvenuta la merce abusiva, e chiesto invano a chi appartenesse, quando nessuno si professa proprietario della stessa non avevano alternative all’immediata rimozione, sgomberando il suolo pubblico illecitamente occupato. Al contempo evitando disordini e reazioni scomposte”.

Nei casi attenzionati dalle immagini video, a detta degli indagati non sarebbe avvenuta alcuna identificazione perché gli ambulanti abusivi stranieri non avevano infatti nessun interesse a dichiararsi proprietari. ciò infatti avrebbe comportato una multa di oltre 5.000,00 € oltre che (se dotati di regolare licenza) della sospensione o revoca della stessa per vendita Ambulante in centro storico comunque vietata. Per cui una volta giunti, ai vigili nessuno si dichiarava “proprietario” o esibiva titoli di proprietà della merce ai militari che intervenivano sì repentinamente, ma sempre chiedendo se ci fosse il “proprietario” nelle immediate vicinanze: senza ricevere risposta andavano subito via.

Peraltro qualora ci fosse stato veramente un “proprietario”, cosa assolutamente da escludere nei casi attenzionati dalle indagini, costoro sarebbero potuti andare in caserma per essere identificati, ricevere la multa, e ritirare i propri beni, che venivano inventariati sull’albo pretorio proprio perché l’eventuale proprietario ne potesse rivendicare la proprietà (ma ciò, ovviamente non avveniva mai).

Insomma sarebbe stato interesse degli stessi venditori non dichiararsi proprietari o nascondersi per non andare incontro a multe e sospensioni della licenza preferendo perdere i 200 € di merce che veniva portata via dai militari.

Il ricorso al tribunale del riesame

Peraltro l’ordinanza ha considerato soltanto 7 episodi relativi a rinvenimenti che costituiscono un’eccezione rispetto a tutta una serie di sequestri, contravvenzioni ed identificazioni, che sono stati taciuti dagli investigatori nonostante fossero accaduti nelle stesse giornate attenzionate dall’ordinanza. La difesa punta a documentarle, per ricostruire il reale, legittimo e corretto operato dei vigili urbani che con grande orgoglio e senso di appartenenza allo Stato quotidianamente si confrontano con le dure realtà di alcuni settori della città. molto forte è stato infatti il senso di sofferenza e di frustrazione dei vigili per quanto accaduto in questi giorni.

Gli avvocati Martino, Parrelli e Cusumano, che ci hanno tenuto peraltro a smentire qualsivoglia episodio di sottrazione o furto di capi di abbigliamento o di prodotti alimentari mai nemmeno contestati e letteralmente inventati da alcuni organi di stampa, hanno già preannunziato ricorso al tribunale del riesame.

Fonte: Gazzetta del Sud