San Salvatore dedica una via a Demetrio Vilasi: esempio di eroica dedizione e senso del dovere
Falcomatà: “Questa intitolazione celebra un uomo che con coraggio ha servito con onore la sua comunità e lo Stato”
03 Dicembre 2025 - 10:55 | Comunicato Stampa

Ieri, martedì 2 dicembre, si è svolta nella frazione di San Salvatore la cerimonia di intitolazione di una via all’emerito Demetrio Vilasi. L’iniziativa, a cura della Commissione toponomastica del Comune, si è sviluppata con la consueta commemorazione della figura, individuata per l’intitolazione, alla presenza del Sindaco Giuseppe Falcomatà, del consigliere Giuseppe Giordano, dei componenti della famiglia Vilasi, dei referenti della Pro Loco e di altre associazioni territoriali, nonché di numerosi cittadini.
San Salvatore ha così reso omaggio a Demetrio Vilasi, nato il 15 luglio 1922 e scomparso il 10 febbraio 1965 a Reggio Calabria, nel quartiere Croce Valanidi, nell’adempimento del proprio dovere. La sua vita è stata segnata da un profondo senso dello Stato e dalla passione per il suo servizio.
Durante la Seconda guerra mondiale, intorno al 1944, si arruolò nei Carabinieri e prestò servizio nel Nord Italia, nel 357° Reggimento di Fanteria, inquadrato in un reparto addetto alle forze alleate. Il suo operato, spesso sotto il fuoco nemico, fu riconosciuto dalle autorità alleate e apprezzato dal comandante del 15° Gruppo d’Armata.
Al termine del conflitto tornò nel suo paese natale, San Salvatore, dove nel 1947 sposò Francesca, dalla quale ebbe cinque figli. Lasciata la carriera militare, si stabilì nel paesino collinare per garantire stabilità alla propria famiglia e coltivò la passione per la caccia, entrando nel Corpo delle Guardie Caccia dei Comitati Provinciali della Caccia, precursori dell’attuale Polizia Metropolitana.
Morì durante un conflitto a fuoco mentre, nell’esercizio delle sue funzioni, inseguiva un uomo privo di porto d’armi e fu colpito mortalmente. Dopo cinque giorni di agonia, spirò all’ospedale di Melito Porto Salvo.
La sua memoria è stata onorata con funerali solenni e riconoscimenti ufficiali, tra cui la Medaglia d’Oro alla Memoria conferita dalla Federazione Italiana della Caccia.
La figlia, Giusi Vilasi, ha ricordato il padre con profonda commozione, sottolineando come, pur avendo solo due anni al momento della sua scomparsa, abbia avuto modo di conoscerlo solo attraverso le testimonianze della madre, dei colleghi e di chi lo aveva incontrato.
Attraverso i racconti di famiglia e di chi lo ha conosciuto, ha costruito l’immagine di un uomo dedito al lavoro, guidato da integrità, onestà e coraggio: un modello di valori da trasmettere alle generazioni future.
“In questa strada e in questo borgo ritrovo mio padre. Sapere che chi percorrerà questa strada leggerà il suo nome significa dare nuova vita alla sua memoria”, ha dichiarato commossa Giusi Vilasi esprimendo gratitudine all’Amministrazione comunale, al sindaco e alla Commissione Toponomastica per averne voluto celebrare la memoria.
Il consigliere Giuseppe Giordano ha evidenziato che l’intitolazione della via non è un semplice atto formale, ma un gesto di affetto verso la famiglia e di riconoscimento della storia del borgo. Ha sottolineato l’importanza di recuperare la memoria collettiva dei territori e dei borghi, affermando che Demetrio Vilasi, pur avendo opportunità di carriera diverse, scelse di tornare nel suo paese e servire la sua comunità.
“Avrebbe potuto avere una carriera più fulgida – ha dichiarato Giordano – con altre prospettive; tuttavia il legame con il territorio, con la sua gente, con la sua famiglia e con le sue radici l’hanno portato a servire questa comunità morendo da eroe nello svolgere la sua missione”.
La figura di Demetrio Vilasi è stata così evidenziata non solo come un eroe del passato, ma come un simbolo di virtù e di valori che continuano a ispirare le nuove generazioni.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà, chiudendo la cerimonia, ha ricordato come la storia di Demetrio Vilasi divenga oggi patrimonio collettivo della città, finalmente non solo del borgo di San Salvatore. “La sua vita è un esempio di virtù, disciplina e onore – ha dichiarato il primo cittadino – un esempio di convinzione di quello che è il proprio ruolo di servitore dello Stato”.
Sottolineando il coraggio dimostrato nell’adempimento del dovere, ha continuato Falcomatà: “Poteva girarsi dall’altra parte, poteva lasciare correre, poteva fermarsi; invece non lo ha fatto ed è andato incontro al rischio di perdere la propria vita per adempiere fino in fondo e fino alla fine al proprio dovere”.
Falcomatà ha anche evidenziato l’importanza di far conoscere questa storia alle giovani generazioni, affinché possano crescere con un senso di identità e appartenenza. Ha inoltre ricordato, con emozione, il proprio legame personale con il borgo, per radici legate alla sua famiglia, sottolineando come la dedicazione della via a Vilasi consolidi il legame tra comunità e memoria storica.
