La paralisi forzata della politica ai tempi del coronavirus, tra rinvii e scelte mancate

Intanto la Santelli opera senza giunta mentre è stato rinviato il referendum di fine marzo. Punto interrogativo sulle comunali di Reggio

Si potrebbe scrivere un libro sulla politica italiana ai tempi del coronavirus. Tra Governi colabrodo in tema di fuga di notizie, bilanci giornalieri sulla malattia venuta dall’oriente, e l’impreparazione delle Regioni del Sud che ora sì, scontano veramente la mala politica degli anni passati proprio in tema di sanità.

Mentre la Lombardia, primo e più intenso focolaio divenuta sin da subito “zona rossa”, si candida a mantenere, nonostante l’emergenza, il ruolo di leader tra le Regioni italiane, in Calabria cresce la preoccupazione per la diffusione del virus Covid-19. Le immagini delle partenze in stazione a Milano, e l’idea di un controesodo Nord-Sud ha infatti cambiato le carte in tavola. E anche repentinamente. Intanto mandando in frantumi quella fragile convinzione che in Calabria il virus non possa arrivare o mettere radici, visto il numero esiguo di “positivi” ai tamponi. Una convinzione addirittura difficile da togliere dalla testa dei più, chiamiamoli così, negazionisti. Non mancano selfie e foto di gruppo in bar o locali notturni, o aperitivi con tanto di sorriso beffardo. Ma tant’è.

E la politica cerca di correre ai ripari come può. Tenendo alta la tensione e l’attenzione sulla nostra Regione e sulle nostre città.

Battesimo del fuoco per Jole Santelli

Con grande forza e determinazione la neo presidente della Regione Calabria sta provando in tutti i modi a tenere botta al diffondersi dell’emergenza anche a queste latitudini. Vestendo bene i panni della donna sola al comando. E non è una critica gratuita.

Tuttavia la nostra Regione a più di 40 giorni dall’elezione di Jole Santelli non ha un governo regionale. Né possono bastare in questo senso le nomine di Sandra Savaglio e Sergio De Caprio. Probabilmente una giunta al completo avrebbe potuto dare manforte alla battagliera presidente che ha fatto delle sue relazioni politiche romane un punto di forza di questo primo scorcio di legislatura.

Il portale della Fondazione Openpolis, proprio oggi dedica un articolo polemico alla neo presidente. Ricordando che ancora non ha risolto la questione dell’incompatibilità tra il ruolo di deputata e quella di Presidente di Regione. C’è un raffronto con altri casi, che sottolinea come il più lento a dimettersi da Parlamentare sia stato Christian Solinas, governatore della Sardegna, che ha impiegato 115 giorni per il grande passo. Il più veloce, per la cronaca, è invece stato Massimiliano Fedriga (Lega) che ha impiegato solo nove giorni per dimettersi dedicandosi soltanto al Friuli Venezia Giulia. Ma Openpolis offre anche un altro dato: la Santelli non è presente alla Camera da 97 giorni, con l’ultima partecipazione ad una votazione datata 3 dicembre 2019. Nel mezzo però, ci sono state la campagna elettorale, l’elezione a presidente e infine, un’emergenza sanitaria che rischia di sconvolgere definitivamente la sanità calabrese.

Il virus e la paralisi

Il Covid-19 ha già stravolto le nostre vite. Anche indirettamente. E la politica non è stata risparmiata.

Basta pensare al rinvio della data del referendum confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari, in programma il 29 marzo prossimo. La scelta del Consiglio dei ministri ha l’obiettivo di consentire a tutti i soggetti politici una campagna elettorale efficace e ai cittadini un’adeguata informazione sulla scelta che sono chiamati a fare votando sul quesito referendario. Per cui le procedure referendarie in Italia e all’estero sono state sospese, per riprendere quando sarà fissata la nuova data del referendum.

Ma restando in casa nostra, proprio a causa dell’emergenza coronavirus, è stata sconvocata, in accordo con il presidente uscente Nicola Irto e con il capo dell’opposizione Pippo Callipo, la prima seduta dell’Assemblea regionale in programma proprio questa mattina. Una decisione che comunque era nell’aria, visto che già nei giorni precedenti era stato comunicato che a Palazzo campanella avrebbero potuto farvi accesso soltanto i consiglieri regionali e il personale degli uffici competenti. Nel corso dell’assemblea si sarebbe dovuto eleggere il neo presidente del Consiglio regionale, insieme ai due vicepresidenti. E allo stesso tempo i due segretari questori dell’assemblea.

Il rischio, adesso, è quello di un effetto a catena, con il rinvio delle tornate elettorali, regionali e comunali, in programma a maggio. Un pericolo concreto visti i numeri dell’emergenza. Ovviamente, tra quegli impegni elettorali c’è il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio e quindi della Città Metropolitana.

Una cosa è certa: se le elezioni saranno confermate vorrà dire che l’emergenza coronavirus ha segnato il passo, facendo tornare tutti alla vita di sempre.