Il Club Manager Praticò all’attacco su solidità economica del club, marchio e denominazione

"C'è purtroppo un mondo di tifosi reale, quello che sostiene e viene allo stadio ed un popolo virtuale che rompe le scatole". Un passaggio anche sul S. Agata


Altri passaggi interessanti nel corso dell’intervento del Club Manager Giuseppe Praticò a CityNow hanno riguardato la solidità dell’attuale proprietà e l’ormai nota vicenda della denominazione e del marchio: “Questi non hanno i soldi, sento dire. Mi vergogno da reggino a sentire certe cose. Abbiamo davanti una proprietà forte che ha i soldi, che spende ma non li butta. Qui siamo abituati a gente che ha sperperato, illuso e dopo le illusioni spesso arrivano le grandi delusioni, così come è stato. C’è bisogno di persone normali, che dicano le cose come stanno e facciano un calcio sostenibile. Al tifoso deve interessare che la palla vada in rete, si entra nel merito di budget o di altre questioni. Oggi c’è una squadra di calcio inserita in sovrannumero nel campionato di serie D, grazie a questi signori che hanno voluto investire, bisogna parlare con cognizione di causa”.

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La denominazione, il marchio ed il S. Agata

“L’articolo 52 comma 10 permette alla città che rimane senza calcio di poter richiedere alla FIGC l’ammissione in sovrannumero e quindi la rappresentazione della continuità. Se questo non lo si vuole capire, possiamo fare anche dieci trasmissioni al giorno per spiegarlo, ma non cambierebbe nulla, eppure è molto semplice. Come la storia della denominazione. Se non arriva il 15 luglio 2024 e la revoca dell’affiliazione della Reggina oggi di Ilari (cosa strana), il cambio non potrà avvenire. Chi scrive diversamente, dice fandonie. Anche per il marchio ci sono dei tempi d’attesa. E poi, pur rispettando chi non si sente rappresentato, dico perchè siete venuti e venite allo stadio. Io questo non lo accetto. Pensiamo a tifare Reggina, perchè questa è la Reggina. C’è purtroppo un mondo di tifosi reale, quello che sostiene e viene allo stadio ed un popolo virtuale che rompe le scatole e non viene al campo da una vita. Perchè questa società deve subìre gli attacchi da chi è arrabbiato per quello che è accaduto con altri?

Parteciperemo alla manifestazione di interesse sul centro sportivo S. Agata, ci stanno lavorando i legali. La proprietà è intenzionata a presentarsi. La struttura è dislocata in maniera tale da non consentire facilmente uno spacchettamento perchè è concepita per come lo è stata da sempre per un’unica società, ma allo stesso tempo ha dei costi elevatissimi che una società in serie D fatica a sopportare. Ma negli ultimi anni anche con la Reggina in serie B non è mai stato pagato il canone. C’è un dispendio enorme”.

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