Marra (M.A.P.): "Ospedale di Reggio Calabria, servizi igienici e di assistenza mancanti"

Il racconto di Pietro Marra riguardo una vicenda vissuta in prima persona al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria

Ormai è mia consuetudine da tanti anni a questa parte mettere in evidenza le carenze e i buon servizi presso le strutture sanitarie del territorio reggino sia per esperienze personali e di famiglia che per segnalazioni degli utenti.

Purtroppo questa mattina ci siamo recati al Pronto Soccorso del Grande Ospedale Metropolitano (già il nome dovrebbe incoraggiare) per problemi a mia figlia di 12 anni con dolori al petto , ma già all’arrivo le cose non promettano bene in quanto all’accettazione dicono a mia moglie di portare la bambina in Pediatria al 6° piano, quindi senza sapere il percorso e con la bambina che lamentava dolore e piangeva doveva chiedere informazioni in giro per poterlo fare , ma alla fine dopo qualche minuto per fortuna li ha accompagnati un volontario appena liberatosi da un’altro impegno.

Io purtroppo ero a Catanzaro e sono rientrato in fretta appena saputa la notizia. In Pediatria è stata visitata nei tempi giusti e fatto un elettrocardiogramma ,dopodiché hanno rassicurato mia moglie che era in ansia visto che l’esame era nella norma e le dicono di aspettare per il referto.

Al mio arrivo in Ospedale , sarà stata la preoccupazione e la tensione mi sono dovuto recare subito presso la toilette che già sapevo non essere in condizioni accettabili , però dall’ultima voltà è ancora peggio, nessuna presenza di carta igienica, sapone e carta per le mani e nemmeno il mandaglio per poter chiudere la porta. Ma volendo sorvolare il problema visto che siamo commissariati dallo Stato e non ci resta che lamentarci per cose molte più importanti , mi reco subito al 6° piano e appena possibile parlo subito con la dottoressa che l’ha visitata e con parole e toni docili, le dico che se bisogna fare delle analisi o degli accertamenti più rigorosi non abbiamo nessuna fretta di rientrare a casa, ma la stessa non so se per ironia o altro mi risponde di stare tranquillo che non ha “un’infarto” visto che stava per essere dimessa e la mia controrisposta è stata che da genitore “mi butto avanti per non rimanere indietro” , ma da educato ho preferito non continuare la discussione.

Visto il cambio turno delle 14 al momento delle dimissioni ho parlato con l’altra dottoressa facendogli capire che volevamo essere più sicuri di questi dolori intercostali e che non ci fosse qualcosa di più grave , ma la stessa ha subito visitato la bambina e controllato nuovamente i valori , rassicurandoci e spiegandoci la terapia da fare e che se continuano i dolori di riportarla tranquillamente.

Ora lasciando stare la carenza stessa delle strutture, dei servizi che non funzionano, del personale assistenziale e in generale mancante, tante volte i medici ( anche per il forte stress lavorativo) non si rendono conto che dall’altro lato non c’e’ sempre gente scostumata o alterata , c’e’ anche gente che ha bisogno di essere tranquillizzata , specialmente quando si tratta di bambini e siccome per mia esperienza personale e lavorativa ho assistito tante volte a referti poco attendibili, ho soltanto chiesto se era necessaria un’ ulteriore valutazione.

Concludo , pensando fra me e me , che alcuni eventi sono irripetibili e irrimediabili e mia figlia non è stata “comprata” al mercato ma creata e cresciuta con grande amore.

Il Presidente del M.A.P.

Dr. Pietro Marra