Processo Miramare, parola alle difese: 'Accuse fragili, figlie di un peccato originale'

A differenza di quanto accaduto con le udienze di primo grado, la Corte d'Appello vieta le riprese video all'interno dell'aula

Si torna in aula, a Reggio Calabria, per il processo d’appello del caso Miramare. Dopo l’udienza della scorsa settimana, prosegue, infatti, a ritmo spedito, il calendario degli appuntamenti che vedranno, di volta in volta, i legali illustrare la difesa dei loro assistiti.

Udienza odierna che si apre con un piccolo colpo di scena. A differenza di quanto accaduto con le udienze di primo grado presso l’Aula Bunker, la Corte d’Appello vieta le riprese video all’interno dell’aula.

Il Giudice Monica Monaco, sentito il p.g. Ignazitto (che aveva dato parere favorevole) e i legali della difesa, non ha autorizzato la registrazione di riprese video durante l’udienza. Tra le motivazioni esposte dai legali di Falcomatà, contrari alle registrazioni video, il rischio di ‘spettacolarizzazione del processo’, evidentemente superiore al diritto di cronaca.

L’udienza si è aperta con l’intervento dei legali dell’ex assessore Maria Rosaria Nardi, i quali hanno parlato di  ‘elementi insussistenti a giustificare il reato di abuso d’ufficio. Ci siamo chiesti il motivo di questo clamore, alla luce della specificità dei fatti. L’associazione Il Sottoscala era senza scopo di lucro,  ha fatto una semplice proposta come tante ne vengono fatte”.

I legali dell’ex assessore, non spiegandosi i motivi per i quali un’intera giunta è finita sotto processo, fanno riferimento ad un ‘peccato originale’, che avrebbe poi portato ad una serie di guasti a catena.

“Alcuni dei quali sgombrati da ogni campo, come quello del falso, che in primo grado è stato smentito. L’ipotesi di accusa delineata è frutto di una serie di indizi insussistenti e accuse fragili. La questione è stata sovrastimata, la giunta aveva altri problemi da affrontare, sia nei rapporti interni all’amministrazione che economici, per quanto riguarda la tenuta finanziaria dell’ente’, hanno concluso i legali di Nardi.

Si passa successivamente alle parole dei legali dell’ex vicesindaco Giuseppe Marino, che contestano la definizione di Miramare quale ‘pezzo di argenteria’ e gioiello della città. ‘L’immobile il realtà era in stato di degrado. La concessione fatta all’associazione Il Sottoscala era temporanea e sperimentale, è stato dato risalto a fatti irrilevanti”, hanno proseguito i legali di Marino, specificando come nessun elemento concreto sia emerso nei suoi confronti.

Gli assessori conoscevano l’imprenditore Zagarella? Erano inoltre a conoscenza del rapporto di amicizia con Giuseppe Falcomatà ? Secondo i legali della difesa, la risposa in entrambi i casi è negativa.

“Gli assessori dovevano sapere dell’amicizia tra Falcomata e Zagarella dal video del comico Pasquale Caprì? Ma stiamo scherzando?”, esordisce Francesco Meduri, legale di Anghelone, assicurando come il suo assistito non avesse mai sentito nemmeno nominare l’imprenditore reggino.

“Il p.g. Ignazitto ha affermato che in questa vicenda ci sono “attori protagonisti e non protagonisti”, noi la pensiamo diversamente, e proseguendo con la metafora cinematografica crediamo si debba parlare di comparse quando un imputato viene nominato marginalmente e pochissime volte all’interno del provvedimento sul quale si basa il processo, come nel caso di Anghelone”, evidenzia Meduri.

Il legale dell’ex assessore, oggi passato all’opposizione, chiede come gli indizi e le posizioni dei diversi imputati vengano considerati singolarmente, in base agli elementi emersi nel corso del processo.

“La sentenza di primo grado non specifica il reale coinvolgimento delle posizioni minori. L’allora assessore Angela Marcianò aeva scritto in chat in privato ad Armando Neri  che si trattava di un palese abuso d’ufficio ma non c’è traccia di comunicazione agli altri assessori”, ha concluso Meduri.

Martedi prossimo si tornerà nuovamente in aula. L’obiettivo, per nulla celato, dell’accusa è quello di evitare la prescrizione. Per questo motivo, per martedi 25 ottobre è stata fissata una nuova udienza, durante la quale si discuteranno le posizioni di Zagarella, Acquaviva, Muraca, Marino, ancora Anghelone e Falcomatà.

 

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