Moratti e i vaccini, la proposta 'indecente' che offende l'altra Italia 

"Più vaccini alle Regioni con maggiore Pil". La replica delle istituzioni contro la proposta dell'assessore lombardo Letizia Moratti

Non essere vicini alla Lombardia dopo i danni causati dalla pandemia, lì più che in altre Regioni d’Italia, è impossibile. C’è da dire, però, che i suoi amministratori ce la mettono davvero tutta per creare “antipatie” nel resto della Penisola. Per un motivo o per un altro, le istituzioni lombarde, a cadenza più o meno ravvicinata, trovano un “buon motivo” per voler primeggiare a discapito degli altri.

L’ultima, in ordine cronologico, è la trovata del neo Ministro Letizia Moratti che ha chiesto al Commissario Arcuri più vaccini per la sua Regione secondo il criterio dei 4 parametri, incluso “un maggiore Pil”. Quindi, secondo il ragionamento dell’assessore regionale che ha da poco preso il posto di Gallera, alla Lombardia andrebbero più dosi perché più ricca.

Più vaccini alle Regione con Pil superiore: l’iniziativa dell’Assessore Moratti

In seguito alle riflessioni ad alta voce del leghista Angelo Ciocca, pensavamo di averle sentite davvero tutte sul Covid. L’esponente politico, infatti, non aveva mancato di sottolineare un suo personale pensiero, secondo cui “se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia“.

Con le parole del sindaco Sala, di qualche mese fa, poi pensavamo di aver toccato il fondo del divario tra Nord e Sud. Il primo cittadino di Milano, con alcune dichiarazioni aveva fatto tremare l’Italia con una specie di ritorno al passato ed alle gabbie salariali. “Chi lavora a Reggio Calabria non può guadagnare quanto chi lavora a Milano” aveva affermato con una tranquillità da mettere i brividi.

A questi numerosi attacchi si aggiunge, adesso, quello del neo ministro che ha da poco sostituito il predecessore Gallera. Letizia Moratti, ex sindaca di Milano, ha messo ben in chiaro, sin da subito, la direzione che intende perseguire ora che è diventata a pieno titolo una componente della Giunta lombarda.

In una lettera indirizzata al commissario straordinario Domenico Arcuri, Moratti chiede che i vaccini vengano distribuiti tenendo conto di quattro parametri:

  • la mobilità;
  • la densità abitativa;
  • essere una delle zone più colpite dal virus;
  • il contributo che le Regioni danno al Pil.

Inutile dire che è stato proprio l’ultimo criterio ad aprire un acceso dibattito nazionale. Per provare a rimediare, l’assessore che “Il concetto non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche ma se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese”. 

La risposta delle istituzioni alle richieste della Lombardia

Immancabile la replica da parte delle istituzioni di ogni ordine e grado alle pretese della vice presidente. Il primo a rispondere è stato Roberto Speranza. In un post su Facebook il ministro della salute ha scritto:

“Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono”.

Semplice e diretto, come suo solito, ma comunque lapidario. Alle sue parole hanno fatto eco quelle del Ministro delle Regioni. Francesco Boccia ha atteso possibili sviluppi per dire la sua ed infine ha scritto:

“La campagna di vaccinazione serve a tutelare la salute degli italiani, azzerare il numero delle vittime, decongestionare l’afflusso negli ospedali e riportare il paese alla normalità. Utilizzare il parametro del Pil (così come emerge dal dibattito interno alla maggioranza di centrodestra in regione Lombardia) anche se fosse legato alla densità delle imprese, per l’attribuzione dei vaccini è un’ipotesi contraria alla civiltà e ai diritti universali. Immagino sia stata solo un’affermazione infelice e non una proposta formale che non abbiamo mai ricevuto e, in ogni caso, mi pare sia stata già superata dal buon senso”.

La replica del Sud

L’iniziativa, se così può esser definita, dell’assessore Moratti, non poteva passare inosservata agli occhi del Sud che, presumibilmente, conta il maggior numero di Regioni con un Pil inferiore a quelle del Nord.

“Leggo con sconcerto le affermazioni della signora Moratti – ha scritto il Governatore De Luca – a sostegno di una distribuzione di vaccini legata al Pil delle diverse regioni. Si fa fatica a credere che si possa subordinare l’uguale diritto alla vita di tutti, a dati economici. Si direbbe che siamo a un passo dalla barbarie. La signora Moratti è persona intelligente e civile. Mi auguro che voglia chiarire che si è trattato di un’affermazione non meditata, che non risponde alle sue convinzioni”.

Non sono mancate anche le risposte dalla Calabria. Spirlì ha preferito glissare, affermando a margine di una conferenza stampa a Catanzaro:

“A me quello che dicono gli altri poco importa, a me interessa sapere quello che dobbiamo stabilire tutti insieme nelle sedi opportune”.

Il Presidente facente funzioni, però, non è stato l’unico a toccare l’assurda vicenda sulle dosi dei vaccini. Anche Nicola Irto, qualche ora fa, ha pubblicato un post su Facebook che recita:

“Dopo la brillante proposta di Letizia Moratti, che chiede di assegnare i vaccini anche in base alla ricchezza delle Regioni, suggerirei di dare in omaggio ai vaccinati una t-shirt come questa. Il presidente della Lombardia forse sceglie i propri assessori a Zelig… Prendiamola a ridere anche se ci sarebbe da piangere. Con una sola frase Moratti ha spazzato via mezza Costituzione e secoli di lotte democratiche. Ma soprattutto è riuscita a fare uscire alla luce del sole il sentimento vero della Lega Nord: sempre contro il Sud e contro i deboli, a prescindere”.

Non rimane, adesso, che chiedersi quando, alcuni personaggi, la smetteranno di pensare come se una porzione di terra potesse essere l’ombelico del mondo. Solo allora, probabilmente, in Italia si potrà iniziare a parlare di “unità“.