Ospedali da campo, 1° sopralluogo a Locri. Calabrese: ‘Montare una tenda non serve’
Il sindaco di Locri ha espresso le sue rimostranze al presidente Spirlì, che ha discusso con Borrelli e Arcuri. Cosa ne sarà adesso di Locri?
17 Novembre 2020 - 16:27 | di Eva Curatola

Qualche giorno fa, il presidente facente funzioni della Regione Calabria, per ovviare all’attuale disastro sanitario che incombe sulla Calabria, ha deciso di firmare un’ordinanza per la creazione di 4 ospedali da campo.
Il virus che ha dato vita ad una pandemia mondiale corre e la regione del sud Italia non può farsi trovare impreparata di fronte ad un’emergenza simile. Da qui l’idea di dislocare sul territorio regionale 4 diverse strutture che andrebbero a decongestionare gli ospedali.
L’ospedale da campo di Locri
Per l’ospedale da campo indicato nella provincia di Reggio Calabria è stato scelto il Comune di Locri. Insieme ai 40 posti letto individuati presso l’ospedale di Gioia Tauro, l’ospedale da campo dovrebbe aiutare il GOM di Reggio Calabria ad accogliere i nuovi malati.
Questa mattina nell’area dove già esiste l’ospedale di Locri, dove dovrebbe essere allestito un ospedale da campo, è avvenuto il primo sopralluogo. A dare la notizia è stato il sindaco Giovanni Calabrese che, pochi minuti fa, ha pubblicato un post su Facebook:
“Oggi questa sembra essere l’unica soluzione per affrontare l’emergenza. Ho ribadito, agli uomini della Protezione civile Regione Calabria e dell’ Esercito italiano, mandati a Locri per montare una “tenda”, che o si allestisce un ospedale attrezzato e con personale adeguato per affrontare l’eventuale emergenza o questa struttura non ha nessun motivo di essere montata.
Il Presidente Spirlì, contattato telefonicamente, raccogliendo le nostre legittime rimostranze ha immediatamente contattato il Capo della protezione civile Borrelli, il ministro Boccia ottenendo in tempo reale il via libera per questa importante struttura concepita per far fronte all’ emergenza a Locri.
Staremo a vedere quel che accadrà nelle prossime ore, perché una tenda senza attrezzature e strumenti è un altro problema che si aggiunge e non un supporto. Ribadisco che avremmo preferito una soluzione diversa, a mio avviso ancora perseguibile, su Locri, Siderno o Gerace. La battaglia in difesa dei diritti dei cittadini non si ferma”.
