Nervi tesi a Palazzo Campanella, Tallini attacca giunta e Spirlì: ‘Non c’è trasparenza nell’esecutivo’

Il presidente facente funzioni attaccato sulla sua non elezione risponde per le rime svilendo il senso del voto dei calabresi

È tornato in aula ed ha lasciato il segno. Domenico Tallini, ex presidente dell’assemblea regionale, si è reso protagonista di un intervento polemico nei confronti della maggioranza di cui fa parte e del presidente facente funzioni Spirlì, offrendo all’opposizione di centrosinistra anche un assist da campagna elettorale che la minoranza non si è fatta sfuggire.

“Avevo il dovere di venire in aula e riferire quello che la gente pensa: siamo coscienti che in questo momento non si capisce niente. La situazione è al collasso”.

Con queste parole Tallini aveva concluso la prima parte del suo intervento, fornendo nuovi spunti polemici al dibattito relativo al peggioramento della situazione, soprattutto nelle zone del cosentino. Ma Tallini è andato anche oltre scagliando l’attacco frontale a giunta e presidente facente funzioni, facendo intendere di sentirsi isolato, come anche il territorio (l’area centrale della Calabria) che rappresenta:

“Sono costretto a fare alcune considerazioni perché quando non si ha la possibilità di dare contributi ad un governo che hai pure contribuito a far nascere, lo dico ai colleghi che siedono la giunta: tante cose non abbiamo la possibilità di controllarle. Non vengono pubblicate le delibere della giunta. In passato, nella gestione Scopelliti, eravamo i primi in Italia per trasparenza. Mi auguro che questo sia solo una disfunzione ma è necessario dare trasparenza agli atti dell’amministrazione regionale”.

Un’accusa diretta cavalcata, nel gioco delle parti, anche dall’opposizione con Guccione e soprattutto con il candidato in pectore del centrosinistra alle elezioni del prossimo ottobre, Nicola Irto che non ha perso tempo nel rimarcare l’anomalia denunciata da Tallini:

“Chiedo l’intervento della Commissione di vigilanza rispetto a quanto denunciato da Tallini – ha detto Irto – che non c’è trasparenza nelle delibere della giunta. È una cosa grave su cui bisogna dare risposte ai calabresi. Se non lo farà la Commissione lo faremo noi con un accesso agli atti”.

Area centrale mortificata

Ma Tallini è incontenibile e non si ferma a quella denuncia:

“C’è una giunta che opera con qualche anomalia rispetto ai territori, in termini di distribuzione di risorse, con la tendenza a privilegiare la provincia di Cosenza, super rappresentata in giunta, ma anche quella di Reggio Calabria. È fortemente penalizzata e mortificata l’area centrale e non ci può essere sviluppo per la Calabria se non c’è sviluppo nell’area centrale”.

Tallini agita carte che testimonierebbero come le province di Catanzaro, Vibo e Crotone siano penalizzate lamentando scarsa rappresentanza nell’esecutivo, invitando a pensare alla risoluzione dei problemi calabresi come uno sviluppo organico della regione. Poi la chiosa finale che è diretta proprio a Spirlì:

“Ringrazio tutti, chi è rimasto a sentire e chi si è alzato ed è andato via. Non è la prima volta. Sarebbe opportuno ed auspicabile che lo facesse sempre non essendo legittimato a stare in nessun posto in questo Consiglio in quanto non è passato dal giudizio del corpo elettorale”.

La replica di Spirlì

Che i rapporti tra Tallini e Spirlì non fossero idilliaci già si sapeva, ma l’attacco frontale dell’ex presidente del Consiglio si è meritata una stoccata da parte del facente funzioni che ha inserito la “replica” nel lungo intervento propedeutico alla informativa offerta all’aula sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Centrando due obiettivi, rispondere a Tallini e svilire il senso del gradimento della cittadinanza espressa attraverso il voto:

“Se pensavate che questo presidente di passaggio non avesse trovato dentro di sé una motivazione perché viene dal mondo dello spettacolo sbagliate, perché in quel mondo ci passano tutti e nel vostro che molto spesso non ci passano tutti. La cultura, l’arte, il sapere, la voglia di essere vivo, è presente nel mondo dell’arte, della comunicazione, della cultura, è pane quotidiano anche quando non ci sono i microfoni accesi e le telecamere accese. Anche quando non ne abbiamo coscienza, perché noi la nostra vita la buttiamo su un palcoscenico per darvi insegnamento attraverso le nostre carni, e non attraverso quegli strani discorsi che possono balenare semplicemente perché fra un mese, due, tre o cinque, ci deve essere una manina che butta giù una scheda in una inutile fessura di un cartone”.