Piazza De Nava, le considerazioni del prof. Settis: ‘Limitare gli interventi nel centro storico’
Il Presidente del Consiglio scientifico del Museo del Louvre di Parigi commenta la vicenda del restyling di piazza De Nava
18 Maggio 2021 - 10:52 | Comunicato

Il prof. Salvatore Settis, onore a vanto della Provincia reggina, non ha bisogno di presentazioni: dal 1999 al 2010 Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, dal 2011 è Presidente del Consiglio Scientifico del Museo del Louvre in Parigi. Un’autorità culturale, quindi, che unanimamente viene riconosciuta anche a livello internazionale. A questa autorità, che conosce bene la realtà reggina e i luoghi di cui si parla, ci si è rivolti per sottrarre il dibattito sulla prevista demolizione di Piazza De Nava all’animosità che contrappone la passione civile all’interesse di parte.
Gentile e affabile, ma con la incondizionabile precisione e nettezza di giudizio che gli sono rinomati, dopo aver analizzato le carte risponde ai nostri quesiti ponendo una premessa, in linea con l’eleganza dialettica e la discrezione relazionale tipica delle personalità di alto ingegno: “Sono un archeologo, non sono né architetto né urbanista, pertanto non entrerò nel merito del progetto limitandomi a delle considerazioni generali di natura etica ed estetica”. Di seguito sintetizziamo, su specifica autorizzazione, il suo pensiero.
Il pensiero di Settis sul restyling di piazza De Nava
“La città moderna, pur non potendosi considerare come un museo, avendo continuamente bisogno di rimaneggiamenti urbanistici tali da renderla utile strumento di crescita sociale, dev’essere maneggiata con estrema cura e delicatezza, limitando all’indispensabile gli interventi nel suo centro storico, al fine di rispettare la storia cittadina, la memoria collettiva e l’identità dei luoghi.”
Così dal punto di vista concettuale/progettuale, mentre da quello politico/amministrativo in questo modo si esprime il prof. Settis.
“Comunque tutti i rimaneggiamenti di una certa consistenza, soprattutto quelli che prevedono demolizioni et similia, devono avere il consenso di una maggioranza qualificata della cittadinanza, che potrà essere chiamata a esprimere la propria opinione anche attraverso l’ascolto delle associazioni che non siano in conflitto di interessi”. Nelle sue considerazioni finali, il prof. Settis afferma “essere possibile e auspicabile l’apporto di modifiche progettuali nel rispetto dell’opinione espressa dalla cittadinanza”.
Sia consentita una chiosa a commento del riporto oggettivo dell’opinione sul tema espressa da uno dei maggiori maître à penser italiani. Oltre che discreta, nel senso che non si è inteso entrare nel merito delle altrui professionalità, e culturalmente qualificatissima, l’opinione del prof. Settis è anche di comune buon senso. Non mettendo in discussione le finalità (apertura all’esterno del Museo, pedonalizzazione dell’area e sua integrazione con il Monumento Alvaro), si potrebbe modificare il progetto (renderlo più rispettoso della storia cittadina e della memoria collettiva oltre che dell’identità dei luoghi) per venire così incontro ai desiderata della maggioranza delle associazioni. Mutatis mutandis, è quanto la Fondazione Mediterranea si affanna ad affermare fin dall’inizio della querelle.
