Poca fiducia, tanta ambizione: addio Cevoli. Nonostante il sesto posto

L'esonero dell'ex Renate arriva dopo una metà campionato più che positiva. Gli errori ci sono, le incongruenze su questa scelta anche. Il sostituto chiamato all'impresa?

L’avventura di Roberto Cevoli sulla panchina della Reggina si è conclusa. Formalmente nel tardo pomeriggio di ieri, praticamente al duplice fischio di Reggina-Catanzaro, con le squadre negli spogliatoi sul punteggio di 0-4 in favore dei giallorossi di Auteri. Un derby troppo amaro, in cui lo spavaldo ritorno in campo degli amaranto – autori di una quasi rimonta epica – non è bastato a salvare la guida tecnica dell’ex Renate.

Colpe

Che, senza dubbio, di scelte sbagliate ne ha fatte. Azzardato l’undici iniziale dell’attesissimo (che cornice di pubblico al Granillo, ndr!) derby, con Pogliano e Procopio totalmente rivedibili. Azzardato lasciare in panchina il proprio capocannoniere, quel Sandomenico Salvatore, di nome ma anche nei fatti nel corso della prima metà di stagione. Azzardato attendere il 45esimo per cambiare qualcosa, con la gara ormai irrimediabilmente compromessa. Cosi come azzardato, però, risulta credere che l’esonero di Cevoli – sesto sul campo nel girone C, nonostante tutte le difficoltà cui ha dovuto far fronte nei suoi sei mesi in riva allo Stretto – possa scaturire dal flop, pur fragoroso, nel primo tempo di una singola partita. A prescindere da quanto essa possa essere importante, specialmente non trattandosi che di una gara di un campionato lungo 36 turni.

Sulla stessa partita, poi, una riflessione andrebbe fatta. La Reggina vista nei primi 45 minuti, aldilà di moduli e uomini, non può assolutamente essere vera. I rinforzi arrivati in Calabria sono di rango elevatissimo ed, infatti, la seconda frazione lo ha ampiamente dimostrato. Giusto credere che il calo del Catanzaro, sia fisico che mentale, abbia influito sul tentativo quasi riuscito di remuntada. Altrettanto giusto, tuttavia, pensare che né i 15 minuti di intervallo, né la diversa disposizione tattica della seconda frazione possano aver portato all’abissale differenza fra lo 0-4 del primo tempo ed il 3-0 del secondo. Verrebbe, però, da chiedersi cosa sarebbe successo se Tassi e compagni, nei 5 minuti finali dopo il 3-4, fossero riusciti a pareggiare i conti.

Realtá

In ogni caso, comunque, l’impressione è che Cevoli abbia finito col recitare quel ruolo di vittima sacrificale che determinate dinamiche societarie, con le relative conseguenze, impongono. Un destino, in realtà, abbastanza ingeneroso, nei confronti di un professionista che, innegabilmente, ha concesso alla Reggina di Gallo di puntare, oggi, alla Serie B, grazie al rendimento nei mesi più complessi sul punto di vista societario e sportivo, con una squadra che, di certo, non poteva vantare i Bellomo ed i Doumbia. E che, forse, meritava almeno un pizzico di riconoscenza. Al sostituto, chiunque esso sarà, l’arduo compito di non deludere le altissime, a questo punto, aspettative dei nuovi vertici societari.