Ponte sullo Stretto, Catalfamo in Commissione: "L'Italia non può più farne a meno"

Audita alla Camera dei Deputati, l'ingegnere di Reggio ha espresso il suo parere da esperto puntando i riflettori anche sul progetto dell'Area integrata dello Stretto e la metropolitana di superficie

Domenica Catalfamo è stato audita, in quanto esperto, presso l’Aula della Commissione Ambiente, le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti, nell’ambito dell’esame in sede referente del disegno di legge di conversione del decreto n. 35 del 2023, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria

Il Presidente Sezione Calabria dell’Associazione italiana per l’ingegneria del traffico e dei trasporti (Aiit) che ha ripercorso tutte le attività svolte, negli anni, in particolar modo tra il 2020 ed il 2021, quando l’ingegnere di Reggio Calabria ha ricoperto, su volere della compianta Presidente Jole Santelli, il ruolo di assessore regionale alle infrastrutture.

“Già il gruppo di lavoro dell’epoca, nato sempre all’interno del Governo e che ha visto a confronto le regioni Calabria e Sicilia, pur essendo orientato a vagliare più soluzioni per l’attraversamento stabile, aveva capito l’importanza di questa opera e sancito definitivamente che “sussistono forti motivazioni per la realizzazione”. Ciò – ha spiegato l’ing. Catalfamo – credo vada riconosciuto come valenza obiettiva”.

Il suo intervento prosegue sul fronte della rete Ten-T:

“Rispetto al nuovo regolamento delle reti TEN-T si è espresso il comitato economico e sociale europeo, un organo consultivo che si esprime su revisioni di regolamento ed ha dato ampia conferma nell’ottica che sia necessario un coordinamento dei corridoi di trasporto europei con i corridoi ferroviari per il trasporto merci. A questa indicazione, che sancisce il completamento della rete Core entro il 2030, non so come questa nazione si possa presentare senza il Ponte sullo Stretto visto che in questo momento c’è una brusca interruzione nel passaggio delle merci”.

Poi spazio ad un’analisi dei benefici:

“Rispetto alla questione core, vorrei mettere in evidenza che oggi, un treno ci mette almeno due ore ad attraversare lo Stretto, cioè lo stesso tempo di una tratta di 400 km con l’alta velocità. Qualora si riuscisse entro il 2030 a realizzare l’alta velocità, questi treni non potrebbero essere smontati con facilità, ma dovrebbero essere costruiti dei convogli appositi, in assenza del Ponte, adatti ad attraversare lo Stretto con i traghetti, con costi elevatissimi e di certo non sostenibili”.

Catalfamo ha poi puntato i riflettori su un tema molto caro all’intera comunità reggina e messine, l’area integrata dello Stretto:

“Mentre ero assessore, in epoca pandemia, il transito delle navi è stato ridotto questo ha comportato che i pendolari, per motivi di lavoro e servizi inderogabili, erano costretti ad assembramenti agli imbarcaderi e lunghe ore di attesa proprio per non poter superare quei 3 km. Tra le opere accessorie e compensative oltre l’elenco agli atti c’è un’opera che, in questo momento, non ha un approfondimento progettuale ma che potrebbe cambiare le sorti di questi territori: l’area integrata dello stretto. Parlo della metropolitana di superficie dello Stretto che garantirebbe un collegamento continuo h24, una soluzione a cui lo Stretto anela da tempo”.