Quirinale 2022: debacle Casellati, mare mosso nel centrodestra

Fioccano le accuse, mentre Casellati "cade" con 382 voti all'attivo. Chi manca all'appello del centrodestra? Si va verso un'altra giornata di nulla di fatto

Un’altra lunga votazione, la quinta per la precisione, con nulla di fatto, come probabilmente lo sarà l’intera giornata. I grandi elettori, riuniti da lunedì 23 gennaio, non hanno ancora trovato il nuovo Presidente della Repubblica.

Tra astensioni, schede bianche, nulle ed improbabili nomi di fantasia, gli italiani assistono attoniti a questo teatro dell’assurdo. Anche la quinta votazione, infatti, è stata un flop, così come la proposta che ha visto protagonista Elisabetta Casellati. All’orizzonte nulla di fatto anche per la sesta votazione, iniziata pochi minuti fa.

La deblace di Elisabetta Casellati

Ancora una fumata nera nella quinta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica.

Il presidente del Senato Elisabetta Casellati, nome proposto dal centrodestra per la corsa al Colle, non ha superato i 400 voti, soglia indicata da diversi esponenti per poterla riproporre alla sesta votazione.

Pd, M5s e Leu, in questo caso, hanno scelto l’astensione. Subito dopo, i vertici delle due fazioni si sono ritrovati intorno al tavolo per decidere il da farsi.

Mare mosso nel cdx

”Certamente sono mancati i voti del centrodestra, non certo i nostri”, dice amareggiato Ignazio La Russa tra i fondatori di Fdi, secondo quanto riportato da Adnkronos.

La quinta votazione per il Quirinale ha visto “cadere” Elisabetta Casellati, candidata del centrodestra, che ha ottenuto solo 382 voti.

‘Mancano i voti di Fi e ‘Cambiamo”‘, dice a mezza bocca un big della Lega che allarga le braccia. ”E’ una Caporetto, commenta un parlamentare azzurro di lungo corso. Il ‘flop’ di Elisabetta Alberti Casellati, lanciata stamattina ufficialmente nell’agone quirinalizio da Matteo Salvini a nome del centrodestra, scuote la coalizione dalle fondamenta.

Le accuse sono reciproche, ma sostanzialmente nel mirino finiscono i ‘centristi’ e il partito di riferimento della seconda carica dello Stato, ovvero Forza Italia. Non solo. I 382 presi da Casellati, appaiono come una netta sconfessione del mandato affidato a Salvini di trovare un nome condiviso e spendibile a sinistra.

Fonte: Adnkronos