Idea sequestro al sindaco di Scilla, Ciccone a CityNow: 'Ero nel mirino e non lo sapevo'

Le parole del primo cittadino di Scilla sulla notizia terribile di un suo possibile rapimento da parte della 'ndrangheta

La cosca NasoneGaietti progettava un rapimento ‘lampo’ del primo cittadino di Scilla, Pasqualino Ciccone.

L’intercettazione che si legge dalle carte dell’operazione ‘Lampetra’ è più che chiara e la volontà di Carmelo Cimarosa di tenere in ostaggio il sindaco Ciccone per vedere autorizzata qualche concessione sul litorale dopo l’approvazione del Piano Spiaggia è evidente.

Volevano mettergli paura a Pasqualino Ciccone, ex sindaco e candidato unico alle amministrative che lo porteranno alla rielezione come sindaco. Era l’aprile dell’anno scorso quando veniva premeditato il modo per estorcere delle concessioni al sindaco.

Cimarosa e i suoi avevano pensato di incappucciarlo, di portarlo dentro una macchina fino a Melia per poi costringerlo con violenza ad accettare le pressioni.

Un pestaggio per intimidirlo, Ciccone sotto choc

Pasqualino Ciccone, il giorno dopo la terribile notizia, è ancora sotto choc. Intercettato ai nostri microfoni ha spiegato il proprio stato d’animo:

“Sono frastornato per tutto quello che ho sentito e che ho letto. Non sapevo di essere nel mirino. Sono sempre stato proiettato ad amministrare nel migliore dei modi il mio paese e non sapevo di essere nel mirino. Sono confuso, sono cose che non avrei mai pensato di dover affrontare. Sono un guerriero di natura ma in questo momento sono davvero frastornato”.

Proprio il giorno prima il sindaco Ciccone aveva presentato un’opera tanto attesa dai suoi cittadini e dai turisti. Insieme al presidente f.f. della Regione Calabria Ciccone aveva inaugurato l’ascensore, poi la batosta della notizia legata all’operazione Lampetra.

“Sono triste e addolorato perchè Scilla dovrebbe essere legata solo a notizie buone”.