Reddito di cittadinanza, il cambio drastico: tagli a chi rifiuta il lavoro

Taglio dell’assegno se si rifiuta un’offerta di lavoro, inoltre bisognerà firmare la disponibilità al lavoro prima che venga approvata la domanda

Cambio drastico del reddito di cittadinanza, si va verso un taglio dell’assegno se si rifiuta un’offerta di lavoro, inoltre bisognerà firmare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro prima che venga approvata la domanda.

Nessuna abolizione

Il reddito di cittadinanza cambierà, al lavoro ci sono il ministro Franco e il presidente Draghi, che dopo aver anticipato le misure del Documento programmatico di bilancio si trovano alla prova della manovra. Secondo le indiscrezioni il testo dovrebbe arrivare al centro del tavolo del Consiglio dei ministri giovedì, ma ci sono tanti dubbi da chiarire. Mentre il reddito di cittadinanza ci sarà ancora, nessuna abolizione, ma sarà un po’ diverso rispetto a prima.

Come cambierà il reddito di cittadinanza

Nel 2021, secondo quanto riporta il Corriere, il costo del reddito di cittadinanza potrebbe arrivare fino a 9 miliardi di euro. Il numero di beneficiari è salito ancora, nonostante la ripresa economica di cui tanto si è parlato. Le persone che oggi percepiscono il  reddito sono circa un milione in più rispetto al 2019.

Nella legge di Bilancio, in cui verrà inserita e finanziata nuovamente la misura, ci saranno anche delle modifiche su cui si sta ancora lavorando. Una su tutte, una procedura per identificare i “furbetti” e scovare le frodi, sempre più frequenti. Tra le novità ci dovrebbe essere l’inserimento obbligatorio di un certificato di residenza recente al momento della domanda.

Chi rifiuta un’offerta di lavoro

Per chiedere il reddito di cittadinanza bisognerà firmare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, sia del richiedente che dei suoi familiari. Altrimenti la domanda non viene neanche considerata. Per quanto riguarda invece le offerte di lavoro rifiutate: ad oggi si perde il sostegno dopo aver declinato tre proposte ritenute congrue. Il governo sta pensando di ridurre queste tempistiche, anche perché spesso queste tre offerte non arrivano neanche a destinazione. Si va verso un taglio dell’assegno forse già dal primo rifiuto di un’offerta di lavoro, ma più probabilmente dal secondo. In questo modo, tra l’altro, il governo punta a risparmiare quasi un miliardo.