Reggina: i ricordi indimenticabili di Lillo Foti e i momenti bui raccontati dall'ex presidente

"A Marinos 70mila giapponesi con la bandierina amaranto che gridavano forza Reggina. Uno spettacolo indimenticabile"

Lunga e interessante intervista realizzata sul Corriere dello Sport con l’ex presidente della Reggina Lillo Foti. Di seguito alcuni passaggi che ripercorrono momenti esaltanti della sua presidenza, poi gli allenatori e alcuni calciatori rimasti nel suo cuore: “La Reggina sarà sempre nel mio cuore. Il calcio è cambiato tantissimo. Erano le stagioni del romanticismo, quelle dei presidenti tifosi, passionali e vogliosi di vincere: Agnelli, Berlusconi, Sensi, Ferlaino, Moratti, Mantovani. Eredi degli impareggiabili Anconetani e Rozzi. C’era cuore e gioco, oggi tecnologia, spettacolo ed economia.

Io ho avuto la fortuna di incontrare persone e dirigenti di livello che mi hanno accolto in una azienda atipica come quella del calcio. I momenti esaltanti da ricordare sono tanti, troppi. Le conquiste dei vari campionati, la promozione in serie A del 13 giugno 1999 al Delle Alpi di Torino, la salvezza in A con Mazzarri nonostante la penalizzazione di 11 punti. Come si può non ricordare il 3-0 alla fine del primo tempo con l’Empoli e il magico finale con un 3-3 che ci regalò la salvezza. Reggio Calabria era diventata un’importante realtà del sud Italia. Noi in A, la Viola nel basket, il volley, il calcio a 5. Giocavamo amichevoli con il Real Madrid, siamo andati in Giappone per l’acquisto di Nakamura e in amichevole a Marinos ci siamo trovati 70mila giapponesi con la bandierina amaranto che gridavano forza Reggina. Uno spettacolo indimenticabile“.

I momenti bui

Ci sono stati i momenti bui, ma non in campo. Siamo stati capaci anche di vincere l’ultima gara nel professionismo, il derby col Messina al San Filippo per la permanenza in C. Poi, purtroppo, problemi di salute ed errori hanno scritto la parola fine a una storia meravigliosa”.

Allenatori e giocatori nel cuore

Parecchi gli allenatori rimasti nel cuore, purtroppo qualcuno non c’è più come Maciste Bolchi. Ma citerei anche Bigon, Scala, Colomba, Mazzarri e potrei andare avanti… Stesso dicasi per i calciatori, solo per citarne alcuni: Baronio, Pirlo, Bonazzoli, Cozza, Giacchetta, Mozart