Lillo Foti si racconta: come arrivano Nakamura, Pirlo e Baronio

"Ho convinto il fantasista giapponese parlando in dialetto calabrese"

foti lillo

Una bellissima intervista realizzata da Marco Iaria su Gazzetta dello Sport con l’ex presidente della Reggina Lillo Foti. Si è parlato veramente di tutto: “Se passeggiate sul corso Garibaldi, il salotto liberty di Reggio Calabria, prima o poi vi capiterà di incrociare Pasquale “Lillo” Foti mentre fa la spola tra le sue boutique (ne ha un paio anche a Milano). Da quando ha lasciato il calcio è tornato a occuparsi a tempo pieno di moda. Sebbene sia trascorso un decennio, la mente corre spesso lì: il miracolo Reggina, cioè la fantasmagorica storia di una città dolente catapultata per 9 anni in Serie A, tra il 1999 e il 2009; e lui, nella duplice veste di proprietario e presidente, a fare affari con Moratti e Galliani, Giraudo e Sensi”.
Foti, se le dico Shunsuke Nakamura a cosa pensa?
Sono in un hotel di lusso a Yokohama, chiuso in una stanza con il general manager dei Marinos. Ogni mezzora lui molla tutto e scompare, io che soffro di claustrofobia divento matto. A un certo punto, decido di scendere al piano terra e lo vedo rispondere alle domande di 50 giornalisti per aggiornarli sulla trattativa. Non troviamo l’accordo, chiedo di far arrivare Nakamura. Gli parlo a quattr’occhi in dialetto calabrese e, in qualche modo, lo convinco”.
Il fantasista giapponese, che era stato opzionato dal Real Madrid, venne acquistato nel 2002 per 3 milioni di dollari. Ampiamente ripagati da una grande operazione commerciale: la banca Credit Suisse sponsorizzò il club per 1,5 milioni, le tournée in Oriente ne fruttarono altrettanti.
All’epoca Credit Suisse era una banca di statura mondiale. Mi chiamavano i dirigenti di altre squadre stupiti: ‘Ma come hai fatto?’. Quando comunicammo la sponsorizzazione, fummo chiamati dagli uffici italiani che minacciarono azioni legali, ma io avevo un contratto regolare con la sede di Hong Kong. L’anno dopo, nell’amichevole con i Marinos a Yokohama, c’erano quasi 70mila persone, in tanti indossavano la maglia della Reggina. In Giappone Nakamura era come Totti: Nakata era più sofisticato, lui era un ragazzo del popolo”.

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A quei tempi la Reggina valorizzò tanti giovani. Cominciamo da Pirlo.
Conoscevo benissimo il suo agente Tinti. Andrea era un po’ chiuso all’Inter, lo incontrai a Milano da Cova andammo assieme alla sede dell’Inter. Dopo la firma volle subito raggiungere la squadra in auto a Bologna. Il giorno dopo scese in campo e fece l’assist della vittoria.
Comprai la metà del cartellino di Roberto dalla Lazio per 600 milioni di lire. L’anno dopo avevo richieste anche da Inter e Milan. L’avrei rivenduto comunque a 15 miliardi. Feci decidere al giocatore: lui scelse la Lazio, andai alla Centrale del Latte e firmai il contratto con Cragnotti”.