Aeroporto dello Stretto, Cigl e Cisl denunciano: 'Dipendenti allo stremo'

"I lavoratori non posso neanche esercitare il diritto di sciopero per garantire i servizi minimi dell'aeroporto"

Ristobottega

Il Contratto del personale della Sacal SpA impiegato presso l’aeroporto dello Stretto deve essere immediatamente modificato: è ormai improcrastinabile trasformare l’orario di lavoro a full-time per riuscire a garantire la presenza di un numero adeguato di risorse tali da assicurare i servizi minimi per settore.

L’esempio più evidente è rappresentato dall’impedimento ai lavoratori del diritto di sciopero previsto dalle leggi e dalla Costituzione italiana. La Filt-CGIL e la Fit-CISL non hanno inteso in questi mesi aderire agli scioperi promossi dalla sola sigla sindacale della Uiltrasporti perchè ritenuti inutili. Abbiamo ritenuto, invece, utile e produttivo agire diversamente rispetto alle vertenze in atto contro la Sacal.


Ma non possiamo non batterci perchè il diritto di sciopero non sia deprivato della sua forza e della sua funzione. Infatti, è pervenuto alle Organizzazioni sindacali da parte del management di Sacal il “contingente servizi indispensabili” da garantire in vista dello sciopero del prossimo 14 gennaio, secondo il quale praticamente quasi nessuno dei lavoratori impiegati in quella giornata può esercitare il diritto di sciopero perchè per poter garantire i servizi minimi presso l’aeroporto di Reggio è necessario assicurare la presenza di due persone per turno, per settore e per le ore di operatività dell’aeroporto, cioè 18 ore.

Ma la comunicazione inviata alle Organizzazioni sindacali ha davvero del ridicolo perchè, per Sacal, la presenza del personale in numero minimo indispensabile per garantire l’operatività dello scalo vale solo per le giornate di sciopero ed invece, nella normalità, durante la settimana, e sin dall’insediamento della Sacal a Reggio, non viene quasi mai garantita la presenza di due persone a turno, per area in H18, in settori, peraltro, davvero indispensabili per il buon funzionamento dello scalo come ad esempio la manutenzione, l’UCV, l’assistenza alle persone a ridotta mobilità, le pulizie e il parcheggio.

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Tutto il personale di questi settori è assunto con contratto part-time ed occorre, per garantire diritti contrattuali e sicurezza allo scalo, trasformare il loro orario di lavoro a full-time.

Solo così, ed anche con nuove assunzioni, si potrà garantire il numero di personale minimo indispensabile per assicurare i servizi 7 giorni su 7 per 365 giorni l’anno, garantire la sicurezza dello scalo, dei passeggeri e delle persone che lavorano, rispettare le leggi e la Costituzione sul diritto di sciopero, applicare interamente il Contratto di lavoro. Questi sono i punti fermi della vertenza che da subito avvieremo, assieme a quelle già in corso, presso l’Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria.

Anche per questo motivo abbiamo criticato nei mesi scorsi la scelta della Città metropolitana e del sindaco Falcomatà di respingere l’offerta da parte di Sacal dell’acquisizione di quote societarie.

La Città avrebbe avuto un potere di controllo che oggi, in effetti, non ha. Per questo, chiediamo al sonnolento sindaco Falcomatà di convocare una riunione urgente con i sindacati e con Sacal per approfondire i termini delle denunce sindacali.


Ma forse Falcomatà preferisce continuare a disinteressarsi dello scalo agitando, di tanto in tanto, bandierine demagogiche che non porteranno nuove compagnie e nuovi voli al “Tito Minniti” e non affronteranno i temi importanti e vitali della democrazia e del rispetto dei lavoratori.