Reggio - Radiata da 17 anni ma dipendente dell’Asp: finalmente sospesa assistente sociale

L’incredibile storia di “matricola 1734”, in servizio al Consultorio familiare di Gallico… ma espulsa nel 2004

Ha esercitato la professione per almeno diciassette anni in maniera indisturbata pur non avendo più i titoli necessari. Ha firmato atti pubblici in nome e per conto dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, risultata clamorosamente allo scuro del suo passato professionalmente opaco.

Ha assunto decisioni o comunque ha orientato scelte in ambito familiare che hanno sicuramente avuto delle conseguenze sui vari nuclei familiari per i quali ha offerto la sua consulenza.

Ma la sua parabola è destinata ad esaurirsi, perché finalmente, e con colpevole ritardo, l’Asp guidata dal neo Commissario Gianluigi Scaffidi, si è accorta della macroscopica leggerezza aprendo un procedimento disciplinare che prevede in primis la sospensione dal servizio.

Base al Consultorio

Lei – matricola 1734 per l’Asp – è, o meglio era, un’assistente sociale operante al Consultorio familiare di Gallico. Una struttura, per gli addetti ai lavori, da considerare un fiore all’occhiello nell’ambito del servizio di prevenzione sanitaria, psicologica e sociale, rivolto alla famiglia e prevalentemente alla donna e alla fascia adolescenziale.

Una struttura che fornisce prestazioni gratuite e verso la quale cittadini e famiglie hanno sempre riposto la massima fiducia. Negli ultimi tempi, però, le segnalazioni, e le lamentele, sull’assistente in questione sono cresciute in modo esponenziale. Qualcosa non ha convinto più di qualche utente che ha pensato bene di vederci chiaro.

La dipendente… radiata

D’altra parte la delibera del Commissario Scaffidi (n° 256) porta la data del 18 marzo scorso ed è stata sollecitata non già dalle segnalazioni pervenute all’Asp, ma dalla nota a firma del presidente dell’Ordine professionale degli Assistenti sociali della Calabria che, un mese prima, e cioè il 18 febbraio, ha chiesto all’Asp di verificare se la dipendente Assistente sociale, matricola 1734, non essendo iscritta a quello calabrese, risultasse iscritta ad altro Ordine regionale Assistenti sociali.

Solo dopo questa ‘autorevole’ richiesta l’Ufficio Gestione risorse umane dell’Asp, diretto da Filippo Carrozza, ha cominciato a muoversi per verificare la posizione della sua dipendente.

Così dall’Azienda parte una raccomandata diretta alla matricola 1734 per chiedere alla stessa la sussistenza del requisito di iscrizione all’Albo di altra Regione e il numero di iscrizione. Ma il tentativo va a vuoto. Ma non perché la dipendente non ha risposto, ma perché la raccomandata veniva restituita per incompletezza dell’indirizzo. Il tentativo viene ripetuto il 4 marzo scorso e consegnata quattro giorni dopo.

Sembra un’odissea, che rispecchia i canonici tempi biblici dell’Asp.

Nel frattempo da una interrogazione informatica all’Albo nazionale assistenti sociali arriva la cruda verità: la dipendente matricola 1734 risulta espulsa/radiata. E la deliberazione del provvedimento porta la data nientemeno che del 22 gennaio del 2004, cioè più di diciassette anni fa.

Finalmente il provvedimento

Giunti al 10 di marzo l’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Asp decide che è arrivato il momento di mettersi in moto, avviando di fatto il procedimento con contestazione di addebito a carico di matricola 1734.

In quello stesso giorno il Presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali della Calabria, nell’ambito delle attribuzioni di sua competenza, ha chiesto di voler assicurare che non proseguano, ovverosia non sussistano, attività di contrasto con le norme di legge, che prefigurano all’articolo 348 del codice penale l’esercizio abusivo della professione.

L’Asp quindi segue il dettato dell’art. 67 del CCNL relativo al personale del comparto Sanità triennio 2016-2018 che recita:” ( … ) l’Azienda o Ente laddove riscontri la necessità di espletare accertamenti su fatti addebitati al dipendente a titolo di infrazione disciplinare punibili con la sanzione non inferiore alla sospensione dal servizio e dalla retribuzione, può disporre, nel corso del procedimento disciplinare, l’allontanamento dal lavoro per un periodo di tempo non superiore a trenta giorni con conservazione della retribuzione”.

Non vi è dubbio che l’ormai ex assistente sociale non possa più tornare in servizio. Questo certamente lo dovrà chiarire l’Asp che, di più, dovrà rispondere anche delle sue responsabilità – tra cui quella di non operare un controllo sui propri dipendenti – visto che ha retribuito per anni “matricola 1734” che in barba ai provvedimenti dell’Ordine regionale, ha continuato a farsi carico di responsabilità che non gli competevano.