Denuncia il Comune e viene sospeso dal sindacato: Veronese scrive a Bombardieri (Uil)
Atto ingiusto, la legalità non si punisce ma si difende”. Il docente reggino Veronese scrive al segretario Bombardieri
27 Giugno 2025 - 15:47 | Comunicato Stampa

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il professore Simone Antonio Veronese ha inviato al Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a seguito della sua sospensione da parte del sindacato, motivata dall’aver “fatto politica” con la denuncia dell’assenza di contatori per il servizio idrico negli edifici pubblici di Reggio Calabria.
“Egregio Segretario,
Mi rivolgo a Lei con amarezza, ma anche con il rispetto e la fiducia che ripongo ancora nei valori autentici del sindacato. Come Le è noto, sono stato sospeso dal mio incarico sindacale, con l’accusa di “aver fatto politica” per aver denunciato pubblicamente – non come dirigente UIL, ma come cittadino e presidente dell’associazione LIFE – un gravissimo caso di irregolarità amministrativa che coinvolgerebbe il Comune di Reggio Calabria. Dal 1996, infatti, molti edifici pubblici, in particolare scuole, risultano privi di contatori dell’acqua, con gravi conseguenze in termini di trasparenza amministrativa e costi per la cittadinanza.
La denuncia, documentata da un accesso agli atti presso Sorical e presentata alle autorità giudiziarie, nasce da un obbligo morale e civico. Tuttavia, invece di essere sostenuto, sono stato colpito da un provvedimento disciplinare che appare sproporzionato, ma soprattutto profondamente ingiusto.
E questa ingiustizia, mi consenta di dirlo con chiarezza, non riguarda solo me. È un segnale pericoloso per tutti i lavoratori, per i cittadini e per chi crede nella legalità.
Chi porta avanti battaglie di trasparenza e legalità non può essere isolato proprio da chi dovrebbe stargli accanto. Come ricordava il giudice Falcone, “chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Ma aggiungerei che chi sceglie di denunciare storture e ingiustizie, troppo spesso, viene lasciato solo con il rischio concreto di mettere in pericolo la propria vita e quella dei suoi familiari.
Oltretutto si dà all’opinione pubblica l’impressione gravissima che questa sospensione venga fatta, non per punire un’azione politica, bensì per tutelare un equilibrio politico da parte del sindacato agendo non per garantire una neutralità, ma piuttosto una forma di copertura politica e sindacale verso un’amministrazione locale a guida PD, sulla quale gravano forti responsabilità rispetto ai fatti denunciati. Un sindacato libero e autonomo non può permettersi nemmeno il sospetto di essere usato come strumento di difesa indiretta di chi gestisce male la cosa pubblica.
Le chiedo: com’è possibile che un sindacato punisca chi denuncia un’ingiustizia a danno della cittadinanza? Come si può restare indifferenti quando i costi dell’acqua – mai contabilizzati per decenni – oggi ricadono sulle bollette dei cittadini, in particolare dei lavoratori, con importi sproporzionati e insostenibili?
Siamo di fronte a una distorsione economica grave, che colpisce le famiglie e i lavoratori di Reggio Calabria, già oppressi da stipendi fermi da anni, non adeguati all’aumento del costo della vita e ora costretti a sostenere sulle proprie spalle le inefficienze di un sistema opaco. Non è forse questa una battaglia sindacale autentica, che meriterebbe il sostegno dell’intera UIL?
Non chiedo solo che il provvedimento venga annullato, ma chiedo con forza che la UIL sia al mio fianco in questa lotta di civiltà, che riguarda il diritto dei lavoratori a vivere in una società giusta, trasparente, rispettosa delle regole. Non possiamo proclamarci paladini dello slogan “Zero morti sul lavoro” se poi restiamo in silenzio davanti a chi denuncia situazioni di rischio, irregolarità, o diseguaglianza economica.
In aggiunta a quanto sopra, alla luce della gravità dei fatti e della natura della mia denuncia – effettuata non solo come cittadino ma anche in qualità di docente e dipendente pubblico, nel pieno rispetto di quanto previsto dall’articolo 52 del Codice di giustizia contabile (D.lgs. 174/2016) – segnalo come il mio comportamento non solo fosse lecito, ma addirittura doveroso e obbligatorio.
Per questo motivo, la sospensione che mi è stata inflitta appare non solo illegittima, ma potrebbe configurare un vero e proprio reato, nella misura in cui punisce un atto dovuto di tutela dell’interesse pubblico. Alla luce di questi elementi, Le chiedo formalmente di valutare l’avvio di una procedura di commissariamento della UIL Scuola Calabrese, la cui condotta in questa vicenda solleva interrogativi profondi sull’autonomia, la legalità e la trasparenza dell’organizzazione.
La giustizia sociale passa anche – e soprattutto – da chi ha il coraggio di dire la verità.
Oggi più che mai è urgente che il sindacato torni a essere una voce libera e autonoma, radicata nei territori e realmente vicina ai problemi concreti delle persone. Per questo, mi appello direttamente a Lei: non solo per ottenere giustizia sul mio caso personale, ma per fare della mia denuncia un punto di partenza per un impegno collettivo, una presa di posizione forte della UIL a fianco di chi sceglie la verità, anche a costo dell’isolamento.
Resto a disposizione per ogni chiarimento e Le invio i miei più cordiali saluti.
Con rispetto e determinazione
Reggio Calabria, 26/06/2025
Prof. Simone Antonio Veronese
Iscritto UIL Scuola e RSU eletta