Brogli in comune, il riesame rigetta il ricorso di tre indagati

Resteranno ai domiciliari i tre componenti dell'entourage di Antonino Castorina


Resteranno ai domiciliari Giuseppe Saraceno, Simone D’Ascola e Antonio Morelli, tre degli  indagati dell’inchiesta sui presunti brogli elettorali al comune di Reggio in occasione del rinnovo del consiglio comunale.

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Il tribunale del Riesame rigetta il ricorso

Il Tribunale del riesame ha infatti respinto la richiesta presentata dai legali degli indagati, che resteranno così in regime di arresti domiciliari. Regge quindi al secondo vaglio di un giudice terzo, la nuova tranche dell’indagine della procura dello Stretto che nel dicembre scorso terremotò il consiglio comunale di Reggio portando alla luce il “sistema” escogitato dal recordman di preferenze democrat Antonino Castorina per accaparrarsi i (finti) voti di numerosi anziani che mai si sarebbero recati alle urne e che invece risultano avere regolarmente votato.

I tre indagati erano finiti agli arresti in seguito alle dichiarazioni di un altro indagato, il presidente di seggio della sezione 182, Carmelo Giustra, che agli arresti ci era finito assieme a Castorina nel primo filone dell’inchiesta. Giustra, riconoscendo il ruolo svolto nella presunta truffa durante le operazioni di voto, ha aiutato gli investigatori della Digos (dall’intuizione di un agente in servizio al seggio erano partiti i primi accertamenti giudiziari) a ricostruire il certosino metodo messo in piedi dal consigliere Castorina. Metodo che, per riuscire, aveva bisogno anche di una serie di “aiuti” logistici e di organizzazione: e quegli aiuti, sostengono gli inquirenti, venivano proprio dall’entourage di Castorina (uno degli indagati è un vecchio zio del consigliere, gli altri facevano parte dello staff).

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