Ripepi a Falcomatà: “Che fine hanno fatto i 5,5 milioni di euro destinati alla manutenzione ed all’acquisto di alloggi popolari?”

"Queste famiglie hanno diritto ad una vita normale e adeguata"

“Che fine hanno fatto i soldi delle entrate dell’ERP? Quale strada hanno preso gli oltre 5 milioni di euro, frutto di canoni e profitti delle vendite, entrati nelle casse dell’ERP e dei quali non si sa nulla? Anche perché i soldi in questione, accantonati negli ultimi sette anni, dovevano servire per la manutenzione degli alloggi popolari; eppure, le urgenze dei quartieri a sud e a nord della città sono tantissime e sempre più emergenziali, ma di interventi per sanare l’edilizia popolare e le infrastrutture attorno, non se ne vedono”.

Attraverso una nota stampa, il consigliere comunale Massimo Ripepi si rivolge al sindaco Falcomatà, in merito alle risorse destinate alla manutenzione degli alloggi popolari.

“Acquisto di nuovi alloggi, manutenzione straordinaria, pratiche amministrative e in sostanza applicazione di diritti fondamentali, come quello ad un alloggio integro e pulito in aree altrettanto sane e bonificate, sono solo alcune delle richieste fatte dall’Osservatorio sul disagio abitativo.

Ma è proprio dall’esame emergenziale, sostenuto dalle impellenti segnalazioni dei cittadini, che chiedono solo di vivere degnamente, che ci sorge in modo spontaneo la domanda. Questi 5 milioni mancano all’appello: per quale motivo? E allora vorremmo sapere dal sindaco Falcomatà, che è il gestore del denaro pubblico, in che modo questi soldi sono stati impiegati per migliorie o interventi eccezionali, altrimenti non si spiega il fatto, per cui i quartieri popolari e in generale le periferie, stiano cadendo a pezzi e con essi l’esistenza di tantissime famiglie, ancora oggi con le fogne a cielo aperto sotto le finestre”.

E’ cura del territorio questa? Alla luce delle tante anomalie e delle numerose richieste di aiuto, farò una interrogazione in Consiglio comunale, perché il primo cittadino declini, con documenti alla mano, le voci di spesa che possono ricondursi ad azioni a favore della cittadinanza più svantaggiata, a partire dalle case popolari.

Sorgono medesimi dubbi sugli 11 milioni del Decreto Reggio, i quali da tempo immemore attendono di essere utilizzati per l’acquisto di nuovi alloggi; ma l’unica risposta che ci viene data dall’assessore Albanese è quella di una ulteriore attesa, come se le famiglie che non hanno un tetto sulla testa, se non alloggi di fortuna, abbiano ancora tempo da perdere.

E’ sempre colpa del Ministero per le Infrastrutture e delle lungaggini burocratiche; il fatto vero è che non c’è un serio interesse ed impegno da parte dell’amministrazione, la quale invece almeno dovrebbe farsi un serio esame di coscienza e spiegare in che modo ha agito, perché la questione non cadesse nel dimenticatoio. Se davvero ci fosse anche solo l’idea di un progetto inclusivo, oggi non ci ritroveremmo con situazioni gravissime, laddove dovrebbe regnare la pulizia, l’ordine, il funzionamento dei servizi essenziali.

Che fine ha fatto l’adeguamento del regolamento comunale per le emergenze abitative? E la normativa sui cambi d’alloggio? Una lunga lista di interrogativi, getta ombra sull’operato dell’amministrazione Falcomatà, che già tante volte si è messa in evidenza per il suo agire improvvisato e lento. Attendiamo fiduciosi, ma intanto da questa parte vogliamo riscontri seri e concreti, perché queste famiglie hanno diritto ad una vita normale e adeguata, perché i reggini tutti si meritano delle risposte puntuali e trasparenti”.