Rissa tra giovani a Campo Calabro, Mattia: 'Violenza da stigmatizzare, serve maggiore sforzo comune'

Il Garante per l'adolescenza e per l'infanzia Emanuele Mattia chiede un incontro con il sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci

“Totale e ferma condanna”.

È la dura espressione scelta dal Garante Metropolitano per l’Infanzia e l’Adolescenza Emanuele Mattia davanti alla guerriglia urbana di Campo Calabro, cioè alla maxirissa che ha visto coinvolta una quarantina di ragazzi e ragazzi, molti dei quali minorenni, che, armarti di mazze, bastoni e caschi, si sono affrontati in piazza, con un bilancio di diversi feriti.

RICHIESTO INCONTRO CON IL SINDACO REPACI

Lo stesso Garante ha manifestato disponibilità al sindaco Repaci per affrontare insieme questa vicenda, chiedendo un incontro per fare il punto della situazione, sia in termini di analisi che di azione.

“Già la violenza è da stigmatizzare quando coinvolge uno o due individui, figuriamoci quando vede protagonisti negativi una quarantina di persone, per di più giovani e molti dei quali minori” afferma Mattia. “Ci sono alcune riflessioni da fare: la fragilità giovanile davanti a modelli sbagliati, la loro ulteriore debolezza causata dalla pandemia che ha rotto i legami sociali positivi che fungono da barriera a tali situazioni, il ruolo della scuola e degli altri presidi educativi per ricostruire questa debolezza e la conseguente necessità di rafforzarlo, l’uso sano dei social che si trasforma in qualcosa di malato” spiega il Garante.

“Non basta quanto messo finora in campo, serve un maggiore sforzo comune di istituzioni, famiglie ed agenzie educative” conclude Mattia.

CALLIPO: FATTI GRAVISSIMI

Sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente dell’Osservatorio su Violenza e Suicidio Stefano Callipo.

“I fatti sono gravissimi, non soltanto per il fatto in sé, ma anche per ciò che rappresenta per la comunità dei giovani: una preoccupante spia di malessere. Bisogna anche evitare la normalizzazione di questi episodi e, quindi, dare un messaggio forte. Inoltre, bisogna puntare molto sull’azione preventiva, perché mai come in questo periodo pandemico, in cui si ha molto più tempo a disposizione, emergono manifestazioni di disagio giovanile” è il commento di Callipo.