Reggio - Rientro a scuola ma in Dad, Arena: 'Basta classi virtuali, gli studenti devono tornare a scuola'

"Lavoriamo da maggio con ritmi impensabili, le scuole sono luoghi sicuri', le parole del dirigente di una scuola reggina

Rientro in classe si, no, forse. L’incertezza che attanaglia il mondo della scuola appare davvero assurda se si pensa che l’Italia ormai si trova in piena pandemia da circa un anno. Eppure il “non sapere” regna sovrano ed a farne le spese sono gli studenti, le famiglie, ma anche gli istituti scolastici e tutti i collaboratori che gravitano al loro interno.

La linea adottata dal Governo è stata successivamente “perfezionata” dalle Regione in base alla propria situazione epidemiologica.

L’ordinanza “scuole chiuse” di Spirlì

In Calabria, ad esempio, gli studenti pronti a rientrare in classe a partire dal 7 gennaio dovranno, invece, attendere giorno 15.

Lo ha stabilito il Presidente facente funzioni della Regione Calabria che, sulla vicenda scuole, non ha alcun dubbio: resteranno chiuse. Nulla può neanche il ricorso al Tar al quale, Spirlì ha annunciato di opporsi in ogni modo finanche ad arrivare al Consiglio di Stato.

“Torniamo alla normalità, le scuole sono sicure”

Scuola

La Calabria si spacca di fronte alla scelta del Presidente. Non tutti sono d’accordo sul far rimanere bambini e ragazzi ancora casa, altri, invece, ritengono fondamentale evitare anche il più infinitesimale rischio di contagio. Le scuole, però, hanno lavorato per lungo tempo per arrivare preparate alla “prova del 9” ed ora, ancora una volta, vedono le loro speranze svanire nel nulla ed anche con un brevissimo preavviso.

“Abbiamo avuto questa chiusura inaspettata fino al 15 per gli studenti di elementari e medie e fino al 31 gennaio per le superiore. Pensavamo di riprendere in presenza, al 50%, ma così non è stato”.

A parlare, ai microfoni di CityNow, è la Dirigente del Convitto Campanella di Reggio Calabria.

“In tutta la Calabria si è deciso di fermare, almeno per ora, la scuola. Ma riprendere una pseudo normalità dovrebbe essere fra gli obiettivi di maggiore importanza”.

La Preside Francesca Arena ha infatti raccontato:

“Le scuole possono riaprire. Abbiamo lavorato tanto per metterle in sicurezza ed il fatto che, ancora oggi, dopo tutti questi mesi, si parli di emergenza sanitaria non può che farci riflettere tanto sul lavoro che, forse, qualcuno non ha svolto. Noi lavoriamo da maggio, da quando ci è stato possibile farlo, senza soluzione di continuità con dei ritmi impensabili e pesanti. Tutto per predisporre il prima e dopo l’ingresso dei ragazzi a scuola. Il nostro protocollo di sicurezza funziona ed è per questo che ritengo che le scuole siano luoghi sicuri”.

I rischi “esterni” per gli studenti

Il dirigente dell’istituto scolastico reggino ha inoltre sottolineato i rischi presenti più all’esterno, che all’interno delle mura che ospitano gli studenti:

“Forse si dovrebbe lavorare di più all’esterno come, ad esempio, sui mezzi di trasporto”.

Un appello alle istituzioni

“Adesso basta. Gli alunni devono tornare a scuola. Le classe virtuali, ormai ampiamente collaudate, non possono sostituire la didattica in presenza, le dinamiche relazionali che rendono la scuola unica, un’esperienza di vita senza precedenti e fondamentale per la crescita di bambini e ragazzi.

Durante quest’anno li abbiamo privati di questa occasione. Adesso, l’ultima possibilità che ci rimane è confidare nei vaccini per il contenimento del virus e la speranza di ritornare ad una quasi normalità.

Ci auguriamo che le scuole aprano al più presto. I ragazzi hanno bisogno di normalità, tutte le fasce d’età devono ritornare perché così facendo si sta compromettendo la loro vita attuale e futura”.