Strage di Duisburg, 19 anni dopo: le rivelazioni in un’inchiesta della tv tedesca

"Se la giustizia italiana non avesse rimesso in libertà Giovanni Strangio  dopo che era stato arrestato al funerale di Maria con un'arma addosso , forse si sarebbe potuta evitare la strage di Duisburg"

duisburg strage

Il 25 dicembre del 2006, il giorno di Natale, di esattamente 19 anni fa un commando del clan Pelle-Vottari tendeva un agguato a Giovanni Luca Strangio, capo dell’omonimo clan. Ma i killer uccisero per errore la moglie Maria, di soli 33 anni, e ferirono il piccolo figlio Mimmo.

Secondo la Dda di Reggio Calabria da quell’episodio scaturì 6 mesi dopo il massacro di Duisburg, il più violento episodio di mafia mai compiuto all’estero dalla ‘Ndrangheta. Klaus Davi rilancia un’inchiesta monstre della tv tedesca ARD sulla sanguinosa strage avvenuta in Germania: 2 ore in prima serata andata in onda a partire da marzo e ora disponibile parzialmente sulle piattaforme del network.

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Nel documentario si va dalle ammissioni dell’ispettore capo Frank Rabe: ” ‘Ndrangheta non sapevamo neanche come si scrivesse” e “Con gli investigatori  italiani non ci capivamo, pensavamo inizialmente  fossero collusi coi mafiosi ma oggi li ringraziamo ancora” alle dichiarazioni sempre del dirigente di polizia tedesco Rabe: “Nascere a San Luca è una condanna, forse anche io mi sarei affiliato” mentre gli fa eco un altro inquirente del pool investigativo tedesco che ha preferito non rivelare la propria identità: “Se la giustizia italiana non avesse rimesso in libertà Giovanni Strangio  dopo che era stato arrestato al funerale di Maria con un’arma addosso , forse si sarebbe potuta evitare la strage di Duisburg”.

Parla anche il magistrato Federico Perrone Capano, all’epoca dei fatti sostituto procuratore a Reggio Calabria: ” Con il processo che fu celebrato a Locri ottenemmo severe, ma lasciato anche due figli senza un padre (Giovanni Strangio Condannato all’ergastolo, ndr) “.

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Quell’indagine venne commentata ai microfoni di Klaus Davi inoltre dall’allora direttore dell’anticrimine Juergen Maurer, responsabile della taskforce italo-tedesca: “Il sistema giudiziario italiano rallenta le indagini” evidenziando come l’obiettivo di velocizzazione di scambio delle informazioni tra Italia e Germania e alcuni scopi che si era preposta la taskforce non fossero stati raggiunti.

Frank Rabe