#SiamoCapaci, Montinaro: 'Lamiere e sangue, questa è la mafia. Non dimenticatelo'

La vedova del capo scorta del Giudice Falcone, che ha fatto della lotta alla mafia la sua vita, lancia un messaggio agli studenti

Il tanto atteso appuntamento di mercoledì 26 gennaio 2022, annunciato già nelle scorse settimane ed illustrato, nel pomeriggio di ieri, nel corso di una conferenza stampa all’Hotel Excelsior, è finalmente arrivato.

Questa mattina, a Villa San Giovanni, di fronte l’Istituto Alberghiero è avvenuta la scopertura della la teca della Quarto Savona Quindici.

Un’iniziativa fortemente voluta da Biesse, che ha raccolto il consenso delle istituzioni e della popolazione. A raccontare la simbologia del momento ed a ripercorrere l’orrore dellastrage di Capaci, è stata Tina Montinaro, moglie del capo scorta di Giovanni Falcone, che perse la vita il 23 maggio 1992.

“A me non piace definirli “angeli” o chiamare quei ragazzi in altro modo. Erano poliziotti che svolgevano il proprio lavoro”.

Montinaro ai ragazzi: “Non voltatevi mai dall’altra parte”

“Assisto e partecipo alla scopertura della teca da anni, ma l’emozione c’è sempre – ha spiegato la vedova di Antonio Montinaro. La guardo nonostante, a volte, io preferisca non soffermarmi, perché inevitabilmente i ricordi vanno a quel giorno.

Oggi siamo a Reggio Calabria, ma la Quarto Savona Quindici continuerà ad attraversare l’Italia. È questo lo scopo, il messaggio da lanciare alla società “non li hanno fermati”. Dopo quasi 30 anni, sono ancora con noi, è questa la grandezza di quegli uomini”.

Tina Montinaro ha concluso il suo intervento ai microfoni di CityNow, con un appello ai giovani:

“Non si può guardare alla teca se non con rispetto. Lì non ci sono solo lamiere, c’è anche il sangue. Devono capire cos’è la violenza e cos’è la mafia. Far saltare un’autostrada con 500kg di tritolo, queste sono le mafie.

Parlare non è mai abbastanza, perché si continua ad uccidere, perché noi dobbiamo portare i ragazzi dalla nostra parte. A volte c’è l’impressione che non importi più niente a nessuno. Ecco perché il mio impegno è quello di spostarmi in tutte le scuole d’Italia per parlare di mafia. Ai ragazzi diciamo di essere sempre vigili, attenti e di non voltarsi mai dall’altra parte”.

Mariani: “Istituzioni vicine ai giovani”

Alla scopertura della teca erano presenti le massime autorità cittadine, fra queste, anche il prefetto Massimo Mariani, che ha esposto la sua personale riflessione:

“Questo è un altro modo per avvicinare noi agli studenti”.

Troppo spesso le istituzioni, infatti, appaiono come qualcosa di lontano, distaccato dalla quotidianità ed in particolar modo dal mondo dei giovani.

“Un appuntamento importante proprio per loro – lo ha definito Mariani – perché in questo modo lo stato si materializza di fronte ai giovani. Oggi ricordiamo il sacrificio di tanti uomini e donne che hanno dato la loro vita per il contrasto alla criminalità organizzata. Questo vuol dire ricordare il lavoro fatto fino ad ora ed il tanto che ancora resta da fare”.