Titoli di coda sul modello Riace tra polemiche e accuse: "Trasferire i migranti"

Titoli di coda sul modello Riace.  Con una circol

Titoli di coda sul modello Riace.  Con una circolare il Viminale ha disposto il trasferimento dei migranti accolti nei centri del Comune calabrese di Riace e ha chiesto all’amministrazione comunale la rendicontazione di tutte le spese sostenute, sollecitando “ad inviare la relativa documentazione secondo le modalità previste dal manuale di rendicontazione Sprar”.

Secondo quanto si apprende, già dalla scorsa estate il Viminale aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall’amministrazione di Riace. Nel 2018, il Comune calabrese non ha ricevuto fondi e il 30 luglio scorso il sindaco Mimmo Lucano – agli arresti domiciliari proprio per una inchiesta che riguarda proprio la gestione del ‘modello Riace’ – era stato avvisato della revoca dei finanziamenti diventata ufficiale all’inizio di questa settimana.


“Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici, nemmeno se c’è la scusa di spenderli per gli immigrati”, dice in proposito il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

In migliaia hanno manifestato a Riace il 6 ottobre scorso per manifestare la loro solidarietà al primo cittadino. “Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti é in atto ormai un vero e proprio tiro incrociato. I nostri legali, comunque, stanno già predisponendo un ricorso al Tar contro la decisione del Viminale”, così Lucano, in relazione alla circolare.

“Il Viminale ha stabilito un termine indicativo di sessanta giorni per la chiusura del progetto Sprar a Riace e per il trasferimento dei migranti, che non può essere dunque immediato.

“Le persone non sono pacchi postali e stanno seguendo a Riace un percorso d’integrazione e di formazione che deve essere completato per non danneggiarle”. Lo afferma il giurista Gianfranco Schiavone, che insieme all’avvocato Lorenzo Trucco ha svolto l’attività di consulente a titolo gratuito del Comune di Riace per la realizzazione del progetto “Sprar”.

Ristobottega

“Possono essere trasferite a breve termine – aggiunge Schiavone – soltanto le persone che non hanno un radicamento e per le quali non si inficia una percorso d’integrazione già avviato. È chiaro però che tutta questa vicenda é condizionata dal ricorso al Tar da parte del Comune ed alla richiesta di sospensiva del provvedimento, in attesa della pronuncia di merito. In ogni caso la decisione del Viminale é assurda e rientra nella strategia d’attacco in atto contro il modello d’accoglienza creato a Riace”.

“Io mi chiedo come sia possibile pensare di distruggere in questo modo il ‘modello Riace’, descritto da innumerevoli personalità, politici, intellettuali, artisti, come un’esperienza straordinaria. Non si può cancellare una storia semplicemente straordinaria e che ha suscitato l’interesse e l’apprezzamento di tutto il mondo. Lo Stato continua incredibilmente a darci addosso. La mia amarezza é immensa”.

“La persecuzione nei nostri confronti – aggiunge Lucano – é cominciata già da qualche anno. Ci sono state due relazioni della Prefettura di Reggio Calabria che si sono contraddette l’una con l’altra, una positiva ed un’altra negativa. Prima ci hanno elogiati e poi criticato. Tutto questo é assurdo”.


“È una decisione assurda ed ingiustificata. Mi auguro che dietro tale decisione non si celi l’obiettivo di cancellare una esperienza di accoglienza, estremamente positiva, il cui riconoscimento ed apprezzamento è largamente riconosciuto anche a livello internazionale. Chiedo al Ministro dell’Interno di rivedere questa decisione”, così il presidente della Regione Mario Oliverio.

Non c’è tensione tre i migranti che vivono a Riace, dopo la circolare con cui sabato il Ministero dell’Interno ne ha disposto il trasferimento, ma preoccupazione e rabbia sì. Sentimenti che un gruppo di giovani che vivono da tempo nel centro del reggino ha voluto esprimere direttamente al sindaco, Domenico Lucano, andando a trovarlo nella casa in cui dal 2 ottobre si trova agli arresti domiciliari. “Non vogliamo andare via da Riace. Qui c’é la nostra nuova vita”, hanno detto i migranti a Lucano. 

fonte: ansa.it