Vaccini e difficoltà, Giuffrida (Asp) ne ha per tutti: ‘Arcuri? Pensi ad organizzare e non alla tv’

Il Direttore del Dipartimento di prevenzione punta l’indice anche contro la Pfizer per la fornitura del prezioso farmaco

Sono numeri invidiabili quelli sciorinati dal Direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria, Sandro Giuffrida. Nella diretta facebook di CityNow, condotta dal direttore Vincenzo Comi, si è parlato dei numeri delle vaccinazioni di casa nostra. E i numeri sono decisamente confortanti, soprattutto se si tiene conto del fatto che poco meno di dieci giorni fa, di vaccini, ne erano stati somministrati quasi mille e cinquecento. E tuttavia rispetto alla dimensione dell’emergenza sanitaria sette mila dosi sembrano ancore poche. Ci si domanda insomma se i “richiami” delle seconde dosi possano intralciare in qualche modo la somministrazione della prima o viceversa. E sul punto Giuffrida è categorico quanto chiaro:

“Il limite in questo momento è legato solamente alla capacità della Pfizer di consegnare le dosi, perché noi avremmo potuto anche somministrarne di più, siamo in grado di somministrarne più di quanto fatto fino adesso. Quindi il nostro limite non è la capacità di somministrazione ma purtroppo il numero delle dosi che vengono fornite”.

Quali difficoltà, e ritardi, in questo primo mese?

“Il problema principale è stato quello di attivare, in maniera molto rapida, dei centri vaccinali specifici per la vaccinazione anti covid e, quindi, quella di reperire il personale e le strutture anche a fronte di ciò che ci era stato promesso dalla Protezione civile e da Arcuri e i suoi collaboratori. Era infatti stato promesso che avrebbero fornito una quota dei 15 mila operatori sanitari – 3000 medici e 12000 infermieri – che avrebbero dovuto essere adibiti esclusivamente alla vaccinazione anti covid, ma ancora nessuno di questi operatori è stato fornito all’Asp di Reggio Calabria né in realtà a nessuno a livello nazionale. Quindi c’è un ritardo da questo punto di vista”.

Ma non solo. Giuffrida è un fiume in piena:

“C’era stato detto che i vaccini sarebbero stati accompagnati da apposite siringhe per la somministrazione. Anche questo è avvenuto in quantità molto limitate. Abbiamo dovuto sopperire anche a questa carenza utilizzando siringhe alternative naturalmente idonee allo scopo ma non quelle fornite dalla Protezione Civile”.

“Arcuri pensi all’organizzazione”

Quando a Giuffrida gli si domanda se ne avesse la possibilità cosa rimprovererebbe al Commissario Arcuri, lui non si fa pregare:

“Rimprovererei la mancata organizzazione perché ha lasciato tutto alla Asp, diciamo senza avere organizzato nulla, senza aver dato date e senza aver fornito risorse umane e strumentali. Quindi chiederei che prima di andare in televisione organizzi tutto quello che deve organizzare e non pensi che le cose si fanno soltanto perché vengono dette o vengono intimate o ordinate perché per fare qualsiasi cosa ci vogliono le risorse e le Asp, soprattutto quelle della Regione Calabria, hanno risorse veramente limitate perché nel tempo abbiamo perso decine, anzi direi migliaia, di operatori che sono andati in pensione e non sono mai stati sostituiti”.

Le responsabilità di Pfizer

Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp non risparmia neanche Pfizer, la casa farmaceutica che fornisce il vaccino:

“Per quanto riguarda Pfizer, il problema è molto serio, veramente molto serio. Perché era stata data ampia garanzia che avrebbero fornito, settimanalmente, un certo numero di dosi sufficienti naturalmente a garantire il proseguimento della campagna vaccinale sia per la effettuazione della seconda dose sia per continuare ad effettuare le prime dosi in chi non l’aveva ancora ricevuta. Invece non è così. Perché già da questa settimana la contrazione è stata enorme, perché noi ci aspettavamo la consegna di circa 2000 dosi, invece ne avremo soltanto 400-450. Quindi, e così sta succedendo in tutta Italia, bastano questi numeri a farvi rendere conto qual è il problema organizzativo che si pone, quello comunque di cercare di assicurare le dosi ai soggetti che hanno fatto la prima 21 giorni fa. Di conseguenza non è possibile continuare a fare le prime dosi e dobbiamo riservare tutto quello che arriva all’effettuazione delle seconde dosi fino a quando non sarà superata l’emergenza, che non è addebitabile nè alla nostra azienda nè al nostro paese in questo caso, ma soltanto ai ritardi nella consegna dei vaccini da parte di Pfizer”.

In conclusione, Giuffrida, evita di fare inutile allarmismo, affermando che se è vero da una parte che la seconda dose deve essere dello stesso vaccino – di quello Moderna in Italia ne arriverà comunque una quantità limitata – è anche vero che un lieve ritardo nella somministrazione dopo i 21 giorni canonici non comporta alcuna conseguenza sulla piena immunità.